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«Fiducia nelle indagini» e «serenità dell’indagato», i due volti sul giallo per la morte di La Mendola

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Caltanissetta – «Abbiamo grande fiducia nelle indagini dei carabinieri e anche in quelle difensive». Così il legale dei familiari del ragazzo morto su una spiaggia dell’Agrigentino per un colpo di pistola.

L’avvocato Rosario Didato assiste i familiari del ventiseienne nisseno Mirko Antonio La Mendola morto la sera del 25 agosto scorso sulla spiaggia di Punta Grande tra Porto Empedocle e Realmonte.

E quello che inizialmente è stato ritenuto un suicidio, adesso, potenzialmente, per gli inquirenti potrebbe essere ben altro.

Già perché un sedicenne pure lui nisseno – assistito dall’avvocato Calogero Buscarino – amico della vittima, è indagato per omicidio del consenziente. «Per tutti è una tragedia, ma sia il ragazzo che i suoi familiari sono sereni», ha spiegato il loro legale.

Intanto sugli abiti e le mani della vittima i militari del Ris di Messina stanno effettuando il tamponkit per verificare se vi siano tracce di polvere da sparo. L’eventuale assenza di residui viaggerebbe in direzione dell’ultima teoria avanzata dagli inquirenti, ossia la procura minorile di Palermo e i carabinieri di Caltanissetta ai quali è stata demandata l’indagine che, in origine, è stata affidata alla procura ordinaria di Agrigento. L’ultima tesi è quella che si possa essere trattato di omicidio del consenziente. Con peraltro una grande incognita su chi, in realtà, quella sera abbia premuto il grilletto.

Tutti nodi che le indagini, le attività frenetiche ancora in corso e gli esiti dell’autopsia dovrebbero chiarire. Gli esiti dell’esame necroscopico, rinviato di un paio di giorni per consentire al Ris i rilievi, saranno ufficializzato entra una sessantina di giorni.

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