(articolo scritto il 2 aprile 2019) MUSSOMELI – Un manipolo di scavezzacolli, inebriati dall’odore delle gomme, intontiti dal rombo dei motori e sotto gli effetti dei fumi degli scarichi che praticano uno sport, trattato alla stregua di un’attività quasi illecita che nulla crea e tutto dilapida. E’ l’ingeneroso e mendace cliché che, spesso, viene cucito a chi pratica, ama e segue il rally e gli sport motoristici. Eppure questi incoscienti che con le loro auto imboccano a tutto gas le strade della perdizione, a Mussomeli, sono riusciti a tirar fuori dal cilindro o dai cilindri dei motori una manifestazione sportiva che nel paese manfredonico e nel comprensorio ha richiamato 10mila persone in due giorni: il Rally Città di Mussomeli. Nel marzo 2017 quello che sembrò un colpo di testa o, per rimanere in tema motoristico, di testata, si trasformò in un evento sportivo, ricreativo, turistico che ha attirato un numero di turisti superiore a quello dei residenti. Una folla oceanica che si è raccolta attorno a un circuito che ha mandato in cortocircuito la capacità ricettiva del paese. Tutto esaurito nei bed and breakfast, nelle case vacanze, negli appartamenti privati. In un paese che vende le case un euro, per un giorno non si trovò un alloggio, anche un buco, nemmeno a pagarlo oro. L’indiscusso vincitore del rally è stato il turismo a Mussomeli. Se questa considerazione vi sembra enfasi giornalistica, provate a chiedere conferma alle strutture ricettive e ai punti di ristoro, agli esercizi commerciali di Mussomeli. Bar, paninerie, tavole calde, pizzerie, ristoranti, pub, panifici, benzinai, meccanici, venditori di autoricambi, fotografi, tabaccai, fiorai, tipografie, sono solo alcuni degli esercizi commerciali che hanno tratto beneficio da questa manifestazione. “In realtà – spiega Paolo Piparo pilota di vaglio che si aggiudicò quella competizione – anche la settimana precedente arrivarono visitatori e turisti, infatti, circa 70 equipaggi vennero a Mussomeli per i test. Se consideriamo che ogni equipaggio, formato da 2 persone, ha un seguito composto da assistenti, compagni, mogli, amici, genitori, parenti, meccanici e così via non è insolito che dell’entourage facciano parte almeno 10 persone. Nei giorni in cui si è svolta la gara abbiamo faticato non poco a trovare sistemazioni nei paesi limitrofi, mentre si è registrato il sold out anche nei luoghi di ristoro, tanto che alcuni hanno alloggiato e pasteggiato anche a diverse decine di chilometri da Mussomeli”. Allora perché la manifestazione è caduta nell’oblio? Come mai nessuno, nelle opportune sedi istituzionali, dove in questi giorni la promozione turistica è stato un argomento al centro dell’agone politico, ha mai fatto anche una piccola menzione di questo riuscitissimo evento che confinato solo allo sport ne sminuirebbe la portata? Io non ho la risposta ma questo ingiustificato disinteresse e l’inspiegabile silenzio sul rally di Mussomeli mi inducono a sollevare un interrogativo. Forse la competizione è finita nel dimenticatoio perché gli organizzatori, quei perdigiorno con 10mila followers, sono distanti dalle alchimie e dalle finalità non nobili di quella politica parolaia e logorroica sulla promozione turistica che non passa mai dalle buone intenzioni ai fatti? Piccola nota a margine. Otto mila euro in forma di contributo, come confermato da Paolo Piparo, sarebbero bastati a ripetere l’evento anche quest’anno.
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