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«Gli affari sporchi del clan», sconto di pena per il boss e presunti fiancheggiatori

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Caltanissetta – Condanna per il boss e i suoi presunti fiancheggiatori. È arrivata nel secondo grado del giudizio che ha segnato una generale riduzione delle pene per tutti gli imputati.

A cominciare dal capomafia Salvatore Rinzivillo che ha rimediato la pena a vent’anni di reclusione, mentre dal gup era stato condannato a ventidue anni.

Ivano Martorana è sceso a otto anni, Aldo Pione con dodici anni e quattro mesi, Emanuele Romano quattro anni e cinque mesi, Gaetano Gallo nove anni, il legale Giandomenico D’Ambra con cinque anni e quattro mesi, Rosario Pione e Alessandro Romano cinque anni e otto mesi ciascuno, Rolando Parigi sette anni e otto mesi, il presunto carabiniere infedele – che per i magistrati avrebbe girato informazioni riservate al boss – Marco Lazzari nove anni e otto mesi, Filippo Giannino sei anni e otto mesi e, chiude il quadro, Giuseppe Flavio Gallo con due anni.

Riduzione di pena più o meno consistente quella di cui ha beneficiato il piccolo drappello d’imputati dalla corte d’Appello di Caltanissetta.

L’inchiesta si è concentrata sui presunti affari sporchi del clan ben oltre i confini isolani. A cominciare dalla capitale, ma anche al nord, dove- secondo l’accusa – sarebbero stati gestiti interessi più che lucrosi. Proprio a Roma, ad esempio, nel mirino del clan Rinzivillo – secondo gli inquirenti – sarebbe finita la nota famiglia Berti che in via Veneto è titolare dello storico “Cafè Veneto”

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