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“Ho trascorso il capodanno da solo”. L’esperienza di chi ha scelto di brindare al nuovo anno senza compagnia

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Immagine di repertorio

MUSSOMELI – Niente festoni, partecipazioni in cui il divertimento (vero o simulato) è il diktat,  interminabili e affollati simposi, conti alla rovescia seguiti da estenuanti scambi di auguri. C’è chi  allo scoccare della mezzanotte del nuovo anno ha brindato con se stesso. Intendiamoci, nessun dramma della solitudine perchè la decisione di trascorrere la notte di San Silvestro “isolati” è maturata volontariamente, una scelta  non subita o obbligata. Abbiamo raccolto l’esperienza di una persona  per provare a capire come e, soprattutto,  perché si trascorra il Capodanno in una modalità meno convenzionale del solito.

Gianni 45 anni Mussomeli (CL) – Sicilia.

“Dopo aver  declinato gli inviti di parenti e amici quest’anno ho brindato da solo  al nuovo anno. E’ stato un giorno come un altro. Abito nel centro del paese di Mussomeli così, di tanto in tanto, qualche  petardo mi ricordava che era il 31 dicembre. Ho cucinato qualcosa ma  nulla di particolarmente elaborato. Ho consumato la mia cena in una tavola non imbandita a festa. Un pò di televisione e la mezzanotte è arrivata senza che me ne accorgessi o l’aspettassi con ansia. Sono andato a letto non prima di aver  staccato il telefono per evitare di essere sommerso dalla miriade di messaggi, la maggior parte di facciata, inviati da pseudo amici o parenti che durante tutto l’anno appena trascorso mi hanno ignorato e  che continueranno ad essermi indifferenti anche per tutto il 2020,  fino alle prossime feste natalizie. Il capodanno da eremita è una decisione non sofferta e  che ho adottato in piena consapevolezza. Mi era chiaro che ero  privo della giusta  predisposizione d’animo per festeggiare. Non è stato un giorno deprimente, almeno non più degli altri 364 che lo hanno preceduto. Credo che dietro la scelta della solitudine si celi,   come nel mio caso, un vuoto. La perdita o la  mancanza di un partner, di  una persona cara, del lavoro o della salute possono disincentivare o annientare la voglia di festeggiare. Inutile negare che questi giorni amplificano le emozioni e l’umore che ciascuno di noi serba nel proprio animo. Io, disdegnando le celebrazioni per il nuovo anno, probabilmente  ho cercato di neutralizzare l’effetto di risonanza  che l’ultimo giorno dell’anno provoca in chi, come me, ha pochi motivi per festeggiare.  Triste? Forse. Sicuramente meno di tanti che, nel tentativo di esorcizzare o nascondere  i propri demoni, partecipano ad eventi dove inseguono l’illusione di  un  divertimento che non arriva.  Tante persone, dopo aver espletato le formalità di rito  (cena e brindisi) di veglioni e feste in cui aspettano l’anno nuovo in compagnia di centinaia di persone,   si alienano con gli inseparabili smartphone per essere connessi con il  mondo e, allo stesso tempo, isolati da tutti. Allora tanto vale vivere la propria solitudine nel  focolare domestico, con il confort delle pantofole e senza il disagio di essere agghindati per le feste”.

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