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I sindacalisti Uil Mussomeli: “Pronti a incatenarci con un solo chirurgo all’ospedale e non si riattiva endoscopia digestiva”

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Mussomeli – Uno due chirurghi se ne va  e minacciano di incatenarsi. Dura a presa di posizione dei sindacalisti della Uil: Lillo Polito, Luca Taibi e Giuseppe Butticè che lamentano il depotenziamento del nosocomio mussomelese.  «In Chirurgia è – denunciano i sindaclasti –  rimasto in servizio soltanto il dott. Pino Sorce, per altro assunto con contratto Covid, mentre la dott.ssa Daniela Lo Brutto è stata richiamata a Caltanissetta. In Chirurgia gli interventi chirurgici e ambulatoriali sono stati raddoppiati nel 2021 rispetto al 2020 e francamente non riusciamo a capire come si possa lasciare un reparto come la Chirurgia con un solo chirurgo in servizio. Chiediamo quindi con forza al management aziendale, che ripristini la pianta organica coi chirurghi che servono, perché se continua così, noi rischiamo la chiusura. Il dott. Sorce fa quello che può e anche più di quello che gli spetta, ma il reparto va ripristinato al più presto, perché con un solo chirurgo è impossibile poter lavorare e questa nuova decisione sembra proprio voler preludere alla chiusura della Chirurgia che noi contestiamo con ferma decisione. Anche l’Endoscopia digestiva – dicono ancora i sindacalisti – è chiusa a seguito di un infortunio del dott. Bosco, unico medico in servizio da sempre. I pazienti sono costretti a recarsi presso altre strutture lontane e con le strade che tutti conosciamo. Da tempo avevamo chiesto l’assunzione del medico vincitore di concorso per affiancare il dott. Bosco, ma finora non si è provveduto, per quale motivo?».
Poi la stoccata  alla politica: «A tutti quei politici che hanno fatto dichiarazioni bellicose in difesa del nostro ospedale, diciamo che le parole restano tali quando i fatti raccontano ben altro e bene farebbero a tacere. Al sindaco di Mussomeli, massima autorità sanitaria, chiediamo di fare arrivare i chirurghi per scongiurare la chiusura di tale vitale reparto, di riaprire l’Endoscopia digestiva e tutti gli altri reparti chiusi, altrimenti siamo pronti a fare di nuovo le barricate in piazza e ad incatenarci davanti l’ospedale, perché così non si può andare avanti. Il nostro ospedale va difeso ad oltranza».

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