Caltanissetta – Lui, per l’accusa, sarebbe l’autore di danneggiamenti ai danni di una panetteria. E per questa vicenda in precedenza è stato pure arrestato. Successivamente, su istanza della difesa, ha ottenuto di essere affidato a una comunità in regime di domiciliari.
Così un quarantenne gelese, S.C., che a fronte di una richiesta di rito immediato avanzato dalla procura, ha preferito accedere al giudizio abbreviato. E con questo rito è a giudizio, passando pure per una perizia che ha stabilito la sua incapacità d’intendere e di volere in quei frangenti.
Sta rispondendo, come polizia e procura gli hanno contestato, dell’incendio di un panificio di Gela, il «Castellano», che per due volte è entrato nel mirino.
In più è stato tirato in ballo anche per tentata estorsione nei confronti dei titolari della stessa attività commerciale. Accusa, questa, che ha sempre negato.
Si, perché se la prima delle contestazioni, in qualche modo l’avrebbe poi ammessa, l’accusa di avere provato a fare “pressioni” ai titolari l’ha respinta seccamente.
È al novembre di due anni fa che risalgono i due incendi alla rivendita in questione. E in una delle due circostanze, rischiando grossissimo, era stata posta davanti la saracinesca anche una bombola di gas.
Episodi che sarebbero stati pure immortalati da impianti di videosorveglianza della zona in cui si trova la panetteria in questione.
È per questioni d’interessi, che sarebbero stati legati alla compravendita di un immobile – secondo una prima teoria investigativa – che sarebbero stati appiccati i due incendi.