Caltanissetta – La CGIL. attreverso una nota, esprime preoccupazione per le sorti del reproti di urologia a Gela e Mussomeli. Nel nosocomio mussomelese si avvia alla chiusura poi anche pediatria. “Ciò che si apprende – scrivono Ignazio giudice e Rosanna Moncada – dagli organi di informazione in merito alla sanità pubblica nella nostra provincia è molto grave, lo è a danno dei cittadini di tutte le fasce di età dato che la maggioranza delle patologie, anche quelle rare, non conoscono più età. Apprendiamo di un ulteriore depotenziato del reparto di urologia presso l’ospedale Vittorio Emanuele di Gela, il ridimensionamento delle consulenze di urologia a Mussomeli e sempre a Mussomeli segnaliamo che le consulenze pediatriche si sono ulteriormente ridotte tanto che a Gennaio 2020 il pediatra si è recato all’ospedale una sola volta e da ciò che sappiamo da febbraio andrà due volte al mese. La CGIL congiuntamente alla FP CGIL provinciale rivendica il diritto dei cittadini a fruire di una sanità pubblica giusta, cioè in grado di soddisfare il fabbisogno sanitario e, addirittura, potenziare ciò che già esiste da decenni, altro che depontenziare. Più di sei mesi fa abbiamo chiesto l’apertura di un reparto di oculistica a Gela, un aumento delle prestazioni settimanali a Mussomeli e invece a distanza di un semestre ci ritroviamo con altri tagli di reparti di vitale importanza. Non sono comprensibile alla logica le scelte gestionali di concentrare tutto su una struttura cioè il Sant’Elia di Caltanissetta dove si registra un sovraccarico di lavoro e tanto altro se ne aggiungerà data la grande utenza che verrà dai restanti Comuni della provincia. Chiediamo subito un incontro urgente al Direttore generale e alla Direzione strategica al fine di affrontare e risolvere con rapidità questo disservizio, soluzione di cui beneficerà la popolazione e anche i lavoratori del comparto ausiliari, infemieri, medici. Uno degli indicatori che determina la qualità della vita Comune per Comune (complessivamente vale per il dato definitivo per tutta la provincia) è proprio il funzionamento della sanità e quindi la quantità e qualità dei servizi offerti al cittadino/utente, di certo queste scelte contribuiscono all’arretramento e tutti, ad iniziare da chi ha responsabilità dirette nelle scelte realizzate, deve risponderne. Sono queste, in sintesi, le ragioni che ci inducono a chiedere un incontro convinti che attraverso il dialogo sociale molti ostacoli potranno essere superati perchè se così non fosse la mobilitazione sarà una scelta non rinviabile. Stop alla migrazione dei cittadini anche per consulenze mediche consolidate, pensiamo ad aumentare i posti letto, la politica regionale si deve svegliare”.