Caltanissetta – Il cuore del sospetto sistema di frodi carosello smascherato da finanza e carabinieri sarebbe stato un gommista all’ingrosso sancataldese.
Per l’accusa, in particolare, sarebbe il sessantenne Liro Orlando, uno dei tre finiti ai domiciliari con l’ordinanza del gip Emanuele Carrabotta. Stesso provvedimento cautelare adottato nei confronti del quarantanovenne beneventano Luigi ragazzo e cinquantatreenne avellinese Oto Santuori.
Non potranno esercitare attività lavorativa per un periodo di un anno, invece, il quarantenne di Barletta, Alessandro Stefano Rasola; il trentanovenne ucraino, Andriy Kanya; il trentanovenne di Cerignola, Carlo Ballarino; il quarantunenne di Benevento, Carmine Iannicelli; il ventitreenne dell’Avellinese, Emanuele Santuori; la trentanovenne beneventana, Maria Pia Raccioppi; il quarantasettenne del Foggiano, Roberto Menafro e il fratello, il sessantenne Vincenzo Menafro.
A loro undici, dieci dei quali a capo di società fantasma, sono state contestate le ipotesi, a vario titolo , di associazione a delinquere finalizzata all’emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
Perché nell’arco di quattro anni avrebbe evaso imposte per due milioni e mezzo di euro. Tant’è che il gip ha disposto un sequestro di beni, per equivalente, di pari importo.
Le società inesistenti attraverso cui sarebbe stato messo in piedi il sistema – finiti nel mirino di fiamme gialle e carabinieri – avrebbero avuto basi, sulla carta, in Puglia. Con passaggi di documentazione contabile e anche di materiali ma, in questo caso, tutto assolutamente inesistente. Questa, almeno, è stata la tesi accusatoria.