Home Cronaca Morta dopo tumore curato con tisane, “santone” assolto in appello

Morta dopo tumore curato con tisane, “santone” assolto in appello

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Genova – Erano stato condannato a 3 anni e 4 mesi per omicidio colposo. Oggi la Corte di Appello ha assolto Paolo Bendinelli, il ‘guru’ del centro olistico Anidra di Borzonasca in Liguria, ribaltando la sentenza di primo grado. La vicenda è quella di Roberta Repetto, morta a 40 anni per le metastasi di un cancro alla pelle curato con tisane ed erbe, dopo essere stata anche sottoposta, senza anestesia, all’asportazione del no maligno sul tavolo della cucina della struttura. Ridotta, da 3 anni e 4 mesi a un anno e 4 mesi, la condanna per il medico bresciano Paolo Oneda. Confermata l’assoluzione per la psicologa Paola Dora.

La procura in primo grado aveva chiesto fino a 16 anni di reclusione. Le accuse erano di omicidio volontario, violenza sessuale e circonvenzione di incapace. Roberta entra nel centro Anidra  nel 2008, dove rimarrà per 12 anni. Lo ha ricostruito ieri Carta Bianca, su Rete 4, che ha ospitato la testimonianza di Rita Repetto. “Roberta era intelligente, forte e coraggiosa ma anche fragile, come lo siamo tutti”, ha premesso la sorella della vittima. Si era affidata al centro per “problemi di coppia con il fidanzato”. Il centro “si presentava bene, si vendeva come agriturismo, fattoria didattica, location per matrimoni. Nessuno – continua – avrebbe mai pensato a una realtà tossica. Nessuno entra in una setta sapendo di entrare in una setta”. Qui Roberta trova persone “normali, come noi, non incappucciate, che l’hanno valorizzata e fatto sentire amata”.

Dieci anni dopo il suo ingresso nel centro, nel 2018, Roberta viene operata sul tavolo della cucina del centro Anidra per asportare un neo, dal dottore Paolo Oneda, ex dirigente dell’ospedale di Manerbio. Circostanza che la famiglia, da cui nel frattempo la donna si è allontanata, scoprirà solo ‘post mortem’. L’operazione sarebbe avvenuta dopo una “diagnosi energetica” di Bendinelli, fatta con il suo “terzo occhio”. Repetto era ormai “manipolata”, dice la sorella citando la procura di Genova, credeva nella teoria del guru secondo cui, il dolore fisico era un passaggio che avrebbe portato “all’illuminazione”.

Ma quel neo era un melanoma che presto avrebbe prodotto metastasi. Repetto, che fino a quel momento veniva curata con tisane ed erbe, si rivolge finalmente alla famiglia. Ma è troppo tardi. “Non aveva mai parlato dei dolori con noi, l’abbiamo trovata in condizioni disperate in una casetta di legno. Vomitava sangue. Non parlava. Per vederci aveva chiesto il permesso a Bendinelli”. Inutile il trasferimento in ospedale. Roberta morirà dopo 10 giorni appena.  Rita Repetto fatica ad mandare giù la sentenza di oggi. “È buona norma accettare e rispettare le sentenze ma credo sia umanamente doloroso per me, in questo momento, poterlo fare. Oggi sono veramente senza parole, amareggiata e triste perché mia sorella non ha ottenuto la giustizia che si merita. È allucinante”

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