Palermo – Ha definito i parlamentari dissidenti “disertori, “ricattatori”, “scappati di casa”, “vili”, pavidi”. Una esternazione che non è stata gradita dalla maggioranza. Come alcuni assessori, anche i partiti hanno appreso dal social network la scelta del governatore di azzerare l’esecutivo, avrebbero invece voluto prima un confronto per analizzare quanto accaduto in Assemblea regionale. Intanto, Musumeci ha convocato per stamattina la giunta, probabilmente per formalizzare il ritiro delle deleghe. “Aspettiamo di capire cosa farà, magari la notte gli ha portato consigli, la sua reazione è stata impulsiva e ha usato toni inaccettabili nei confronti dei parlamentari: ci possiamo aspettare di tutto”, dice un big del centrodestra siciliano. Mentre rumors di palazzo anticipano che il governatore abbia in mente un rimpastino, con alcune sostituzione chirurgiche, due, al massimo tre assessori poco graditi o espressioni di esponenti e forze critiche sull’operato musumeciano. In tal caso questa soluzione che all’apparenza significherebbe cambiamento minimo potrebbe scatenare una faida e la rappresaglia di chi verrà silurato. Anche se appare poco probabile una sostituzione generalizzata, molti assessori sono intoccabili o perchè direttamente riconducibili a Musumeci o perchè godono della massima stima del politico catanese. In ogni caso qualunque decisione avrà conseguenze importanti, per questo il governatore dovrà soppesare al milligrammo ogni passo. La maggioranza è spaccata e gli strappi rischiano di diventare squarci irreparabili. Inoltre le elezioni si avvicinano e questo non depone in favore della tenuta della maggioranza
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