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“Non a gestione come azienda padronale”. Al Comune di Mussomeli i sindacati si dimettono

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MUSSOMELI – Al Comune di Mussomeli, i rappresentanti sindacali eletti nelle liste RSU della CISL e della CGIL si sono dimessi. Dopo una lunga e seria riflessione, hanno comunicato agli organi competenti, al Segretario Generale, ai dirigenti d’area, alla RSU del Comune, ai dipendenti comunali e al Sindaco, all’ Assessore al Personale, alla CGIL e alla CISL Caltanissetta, di rassegnare le dimissioni da rappresentanti sindacali,” consapevoli di non voler più rinunciare ai propri diritti e a quelli dei propri colleghi, nonostante la piena e totale disponibilità verso tutti e verso gli amministratori stessi, colpevoli a loro dire, di essersi resi apparentemente disponibili nei vari incontri ad una soluzione a cui di fatto non sono, però, seguiti atti concreti e significativi volti a risolvere le varie vertenze sul CCNL”.” Si ritiene – scrivono ancora le sigle –  che in questo modo vengano calpestati i diritti dei lavoratori che spesso sono solo oberati di servizi (visto ormai anche l’esiguo numero di dipendenti) e non vedono affermati quelli che sono i più elementari diritti riconosciuti dalla legge. Per quanto riguarda, poi, i propri sindacati, si lamenta anche la scarsa presenza degli stessi ai tavoli di contrattazione. Tale assenza ha, di fatto, indebolito la RSU con la conseguente dimissione dei rappresentanti eletti che non si sono sentiti supportati nella loro lotta per il riconoscimento dei fondamentali diritti dei lavorati che rappresentano. In particolare i sindacalisti dimissionari asseriscono che non si è mai dato riscontro alla nota con la quale si chiedevano riunioni urgenti, così come il mancato riconoscimento dei buoni pasto del mese di Dicembre sia del 2021 che del 2022 e con buona probabilità anche del 2023, l’estenuante attesa di poter pervenire ad una decisione finale ( nonostante tutta la componente RSU abbia offerto un ampio ventaglio di scelte) per distribuire le somme del fondo miglioramento servizi dell’anno 2022 che, con tutta probabilità, andranno perdute e in ultimo all’applicazione del nuovo contratto nella parte riguardante la progressione orizzontale e verticale. Quel che lascia allibiti è il silenzio imbarazzante di tutta la dirigenza e della parte pubblica. Questo silenzio da parte pubblica, nella persona di chi ha il dovere e si aggiunge anche l’obbligo di fare chiarezza, è irrispettoso
o addirittura omissivo. Purtroppo è sempre più diffusa la convinzione che dirigere un Comune equivalga a gestire un’azienda padronale, della cui conduzione non si debba rendere conto a nessuno, ancor meno alle Rappresentanze Sindacali e le RSU democraticamente elette e rappresentative dei lavoratori tutti, la cui presenza è a volte percepita come un inutile impaccio di cui si farebbe volentieri a meno, o un’indebita e fastidiosa ingerenza”.

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