Caltanissetta – Nessuna macchia nell’assistenza medica che hanno fornito a una paziente poi deceduta. Così per due professionisti che erano stati trascinati in giudizio per l’ipotesi di omicidio colposo.
Imputazione che aveva preso le mosse dopo la morte di una donna ottantacinquenne che era stata ricoverata all’ospedale «Vittorio Emanuele» di Gela.
E alla fine è con formula pienamente assolutoria che ne sono usciti Rosario Greco e Salvatore Loggia, medici della struttura sanitaria in questione.
Il luttuoso epilogo risale all’aprile di sette anni fa, quando per l’anziana, dopo essere stata sottoposta a interventi di tipo ortopedico, si è registrato un declino del quadro clinico. Fino all’irrimediabile.
A quel punto i familiari hanno chiesto alla magistratura di fare chiarezza sull’accaduto, per accertare la sussistenza di eventuali responsabilità.
Ma anche gli esperti poi nominati per chiarire le cause, hanno finito per escludere ogni responsabilità dei due sanitari.
E alla fine, al termine dell’istruttoria dibattimentale, anche la stessa procura ha chiesto un verdetto di non colpevolezza nei confronti dei due specialisti.
E così è stato, perché il giudice ha condiviso questa tesi. Non è stato, in concreto, un caso di malasanità.