MUSSOMELI – L’infermiera Lina Canalella, in servizio presso il reparto di Ortopedia dell’ospedale di Mussomeli, si trova ad affrontare il Covid essendo stata contagiata, con tutte le conseguenze che questo terribile virus comporta, lontana dagli affetti, isolata nella propria abitazione ma, quello che fa più male è la maldicenza della gente che, con superficialità e senza avere nessuna certezza, l’accusa di essere l’untrice che con irresponsabilità dopo essere stata infettata dal figlio, avrebbe a sua volta infettato i colleghi e i pazienti del reparto dove lavora.” Niente di più falso – Lina Canalella si trova costretta ad intervenire per difendersi dalla cattiveria gratuita della gente – . Il Covid fa male, e lo dico perchè ce l’ho addosso, ma la maldicenza della gente fa ancora più male”. In breve, per riassumere la storia che Lina si trova ad affrontare come un macigno sulla propria testa già provata dagli effetti della malattia, viene accusata di essere stata contagiata dal figlio che lavora come infermiere a Garbagnate Milanese. In verità, – dichiara Lina – il figlio non ha mai preso il Covid e per di più è da agosto che non si vede con la sua famiglia essendo rimasto in Lombardia e nessuno della stessa è andato a trovarlo. Una quindicina di giorni fa Lina avverte uno dei sintomi del Covid, non sentiva i sapori, per accelerare i tempi, si sottopone privatamente a tampone, la mattina del 17 dicembre risulta positiva. Comunica la situazione che fa partire la profilassi generale e quindi sia i colleghi che i pazienti del reparto in cui presta la sua opera professionale sono stati sottoposti a tampone lo stesso giorno, coi risultati che ormai sono a conoscenza di tutti. “Non sono certo io quindi che ho infettato gli altri, come qualcuno va dicendo. A casa mia non ci sono altre persone contagiate, neppure altri parenti. Questi sono i fatti – si sfoga Lina – . L’amarezza di Lina Canalella traspare in ogni sua parola che conclude: “ Ma si può essere così cattivi al punto da dire cose non vere di cui non si ha consapevolezza?”