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«Nonno Tano» di Montedoro è il vespista più longevo d’Italia, premiato a Pontedera

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Montedoro – È nel «cuore di Sicilia», in un lembo del Vallone, che vive il vespista più longevo d’Italia. «Nonno Tano», alle soglie dei novant’anni, è il più longevo appassionato della “due ruote” di Pontedera, mezzo che ha scritto un pezzo di storia motoristica d’Italia. E lui, Gaetano Spitaleri, ottantanovenne di Montedoro, è stato premiato dalla Piaggio, per la secondo volta, come il più anziano socio di tutti i Vespa club del Paese. È al museo dell’azienda toscana che il decano dello scooter è stato omaggiato. E già nel 2020 ne aveva ricevuto un primo. Il suo fedelissimo Vespone «150 Px Arcobaleno», è l’inseparabile compagno d’avventura da anni. «È la mia vita, i riflessi sono ancora pronti… gli altri se fanno molta strada si stancano ma io no… mi dà gioia salire in sella e andarmene in giro… mi dà aria, senso di libertà… lo preferisco di gran lunga all’auto». Sì, perché guida anche quella.

E nonno Tano, a dispetto della sua veneranda età, tra le decine di raduni a cui ha preso parte e ancora partecipa, ne porta nel cuore uno in particolare. Un vero e proprio viaggio dalla sua Montedoro, con appuntamento a Caltanissetta, per poi macinare chilometri su chilometri alla volta di Barcellona Pozzo di Gotto. Per una due giorni – era il 2019 – da 750 chilometri insieme al figlio Leonardo, pure lui vespista con la passione trasmessa da papà e, con loro, il presidente del Vespa club di Canicattì – di cui Spitaleri è socio – Antonio La Mantia e la moglie.

«Adoro da sempre salire in sella e sentire il vento in faccia, vado spesso in giro con un amico e pure con mio figlio», ricordando i suoi settant’anni da scooterista. «Da ragazzo non potevo, non c’erano soldi per comprarla… prima e dopo la guerra c’era tanta fame». Poi, un tuffo nel passato. «Ricordo che mettevo tutti sulla mia 125 gran turismo, moglie e tre figli e andavamo tutti in Vespa». E il suo pensiero è volato per un attimo alla moglie, Maria Montagna, mancata trentun anni fa. E con rammarico ha ricordato quando, anni dopo il matrimonio, a un certo punto è stato costretto a vendere la sua Vespa per comprare un’auto. «Ma appena possibile ho ricomprato una Pk 50 che ho posseduto per dieci anni, poi un Vespone», lo stesso da lungo tempo suo inseparabile compagno.

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