Caltanissetta – Per necessità ha messo in piedi quello lui stesso, ai magistrati, ha indicato come «un teatrino». Non ha nascosto le sue responsabilità e, anzi, le ha ammesse ancora una volta spiegando di avere agito perché si sarebbe trovato in forti difficoltà economiche.
In questo caso l’ammissione è avvenuta in aula, al cospetto del giudice, al processo che lo vede sul banco degli imputati per rispondere di estorsione aggravata.
Contestazione che pende sul quarantaduenne nisseno Alessandro G. – assistito dall’avvocato Alfredo Danesi – accusato di avere spillato soldi a una settantenne (assistita dall’avvocatessa Maria Lo Giudice), pure lei nissena, ora costituita parte civile.
Secondo la tesi accusatoria – e come lo stesso imputato ha ammesso – avrebbe chiesto soldi all’anziana facendo leva su un fantomatico filmato compromettente che avrebbe ritratto la stessa vittima e il professionista di cui in passato era stata badante.
L’imputato si sarebbe offerto di fare distruggere quel file, ricorrendo a un hacker che avrebbe però voluto quattrini per introdursi nel pc dell’ipotetico possessore e distruggere quel file.
Tutto assolutamente fasullo. Ma la malcapitata avrebbe abboccato. A spezzare quella catena è stata poi la denuncia presentata dopo che la donna s’è rivolta al fratello chiedendo soldi perché la banca le aveva bloccato il conto insospettita dai frequenti prelievi. Così è partita l’indagine dei carabinieri che poi ha fatto pure scattare l’arresto dell’imputato che da sette mesi si trova ai domiciliari.