San Cataldo – È stato uno degli stessi componenti del “branco” a confermare che uno dei tre imputati si sarebbe particolarmente accanito su un sedicenne pestandolo a sangue.
È un ragazzino sancataldese che è stato indagato dalla procura per i minorenni di Caltanissetta per la stessa vicenda e che è stato chiamato in aula per raccontare la sua verità al processo scatatato a carico dei suoi presunti complici.
Così nel procedimento che, in questa tranche, vede sul banco degli imputati il venticinquenne Riccardo Panzarella ed i ventiquattrenni Mattya Pennino e Salvatore Lazzara – difesi dagli avvocati Massimiliano Bellini, Gianluca Amico e Manlio Miraglia – accusati di sequestro di persona aggravato e lesioni personali gravissime, con l’aggravante di avere agito per motivi abietti e futili.
Nei confronti dei tre imputati – assistiti dall’avvocatessa Maria Francesca Assennato – si sono costituiti parti civili i genitori del ragazzo picchiato.
E anche la madre dello stesso ragazzino malmenato ha evidenziato come il figlio, quella sera, abbia ricevuto tante di quelle botte da riportare, tra l’altro, anche la frattura del setto nasale.
Riferendosi a quel pestaggio che il figlio ha subito la sera del 21 gennaio di quattro anni fa in un bar automatizzato di San Cataldo.
Tutto perché una risata del ragazzino poi preso a botte sarebbe stato inteso come una sorta di sfottò a un altro gruppetto di ragazzi che in quel momento era entrato nella stesso