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«Prima che l’abuso accada», convegno al Seminario di Caltanissetta

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Caltanissetta – «Prima che l’abuso accada». È la sintesi del tema che sarà al centro di un convegno diocesano nel salone del Seminario vescovile di Caltanissetta, in programma per sabato 29 ottobre a partire dalle 17. È organizzato dall’ufficio diocesano del Servizio per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili.

«Qual è la dinamica intrinseca dell’abuso?». E «Perché avviene l’abuso sui minori e sulle persone vulnerabili?» e, ancora «Quali sono le ferite che danneggiano gravemente la vittima dell’abuso?». Questi i quesiti a cui il convegno darà risposte

E su questo fronte, la dilagante piaga dell’abuso, purtroppo sempre più diffusa nella società, è particolarmente impegnata tutta la Chiesa già da quando papa Benedetto XVI e papa Francesco hanno redatto numerosi documenti che hanno acceso i riflettori sulla gravità del fenomeno, dettando le linee per affrontare questo male.

Sono previsti gli interventi di don Franco Salvatore, psicoterapeuta, coordinatore del servizio regionale «Tutela dei minori e persone vulnerabili» che si soffermerà sul «Prima che l’abuso accada».

A seguire la neuropsichiatra infantile, Maria Bianca Giunta, parlerà delle «Ferite degli abusi» e il questore di Caltanissetta, Emanuele Ricifari affronterà la situazione della «Piaga degli abusi nel territorio di Caltanissetta».

«L’abuso – è stato analizzato – accade sempre all’interno di una relazione asimmetrica tra un adulto e un minore o una persona vulnerabile per struttura psicologica o per una situazione di debolezza e fragilità legata ad un momento della sua vita. Appartiene ad un processo di corruzione e trasformazione dell’autorità legittima in una dinamica perversa di potere, supremazia, dominio, di possesso nei confronti di una o più persone che si trovano in una situazione di vulnerabilità esistenziale e di dipendenza. Ogni abuso avviene sempre all’interno di una relazione di fiducia che si è consolidata nel tempo. Rappresenta la terribile rottura di una relazione in cui una persona si è affidata, progressivamente consegnata e raccontata».

È stato poi osservato come «il crimine dell’abuso non accade mai a caso, non è uno stupro improvviso, ma il frutto di una precisa forma di adescamento. Viene da lontano ed è preparato e preceduto da un insieme di atti e di scelte che l’abusante mette in atto nella propria vita, per condizionare, influenzare, controllare e rendere sempre più indifesa la vittima prescelta. Ciò che favorisce e alimenta il movente dell’abuso è il potere che una persona esercita su un’altra sino ad arrivare a schiacciare e umiliare la sua dignità riducendola ad un oggetto di cui potersi servire per gratificare i propri bisogni».

La sintomatologia dell’abuso si manifesta in disagi di vario genere tra psicologici, fisici, relazionali, psico-sociali, comportamentali e spirituali. «L’abuso – è stato osservato – è un grave fatto traumatico ed è vissuto come l’esperienza di uno shock che lascia conseguenze permanenti: l’immagine di sé viene disturbata e l’identità confusa, la sfiducia in sé e nella vita portano la vittima a desiderare di dissolversi e sparire, a desiderare la morte e ad agire azioni suicidarie. Dal punto di vista comportamentale le conseguenze si manifestano in diversi modi: reazione di spavento o di non gradimento in occasione di un semplice contatto fisico; disturbi del sonno, perdita di appetito; allusioni sessuali indirette o esplicite, inappropriate all’età, nelle espressioni verbali, negli atteggiamenti, nei giochi e disegni; interesse eccessivo ed esclusivo per temi sessuali e pornografici, esibizioni di comportamenti autoerotici o simulazione di attività sessuali adulte».

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