Home Cronaca Prima ucciso e poi murato,  accusato si difende: io non c’ero

Prima ucciso e poi murato,  accusato si difende: io non c’ero

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Caltanissetta – Nega a muso duro di avere partecipato a quel delitto di cui lo accusano. E per il quale, se dapprima è rimasto indagato a piede libero, adesso lo hanno arrestato.

Il quarantacinquenne di Riesi, Salvatore Tambè – assistito dall’avvocato Mirko La Martina – sentito per rogatoria dal gip di Caltanissetta, Santi Bologna, ha negato ogni coinvolgimento nel delitto del quarantaduenne albanese, Lamaj Astrit, sparito nel 2013 e i cui resti sono stati trovati murati in una complesso edilizio del Monzese sei anni dopo. Sarebbe stato ucciso per volere della sua ex amante, l’imbonitrice riesina Carmeli Sciacchitano.

«Non sono mai stato in quel garage», si è difeso Tambè riferendosi al quel locale di Giuseppe Cammarata, a Muggiò, dove si sarebbe consumato il delitto.

Lì, in quel locale, secondo lo spaccato tracciato dagli inquirenti, També sarebbe stato tra coloro che avrebbero immobilizzato a terra la vittima, prima tramortita colpendola al capo, mentre altri la strangolavano. E poi, sempre secondo l’accusa, avrebbe preso parte pure alla fase per la sparizione del cadavere. Lo stesso trovato sei anni dopo murato.

Lo stesso accusato ha poi ribadito il suo alibi, ossia lui nel momento in cui l’albanese sarebbe stato ucciso, si sarebbe trovato negli uffici postali, sempre di Muggiò, per il pagamento di un bollettino e il ritiro di una lettera raccomandata. Alibi che gli inquirenti hanno messo fortemente in discussione.

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