Caltanissetta – Non hanno retto le accuse a carico di due sospetti pusher… che pusher non erano. Così ha stabilito il giudice di termini Imerese che li ha processati.
Sì perché è in quella zona che un quartetto di nisseni, nel gennaio di tre anni fa, è stato arrestato dai carabinieri di Cefalù durante un servizio di controllo antidroga.
Cadono le contestazioni mosse nei confronti del quarantenne Salvatore Argento e del quarantunenne Iosè Angel Lacagnina – difesi dagli avvocati Danilo Tipo ed Ernesto Brivido- che il giudice di Termini Imerese, Erina Cirincione, ha assolto perché il fatto non costituisce reato.
L’accusa, pur riqualificandolo come fatto di lieve entità, ne ha chiesto la condanna. Di contro, la difesa, un verdetto di non colpevolezza.
E alla fine è stata condivisa la tesi difensiva secondo cui, in effetti, la droga sequestrata al momento dell’operazione non è stata trovata nell’auto su cui viaggiavano i due imputati, ma piuttosto nell’altra utilitaria occupata da due loro amici
Gli stessi che erano stati fermati allo stesso posto di blocco dai carabinieri cefaludesi e che poi, nel giugno di tre anni fa, hanno chiesto e ottenuto di patteggiare la pena a sedici mesi sempre per detenzione e spaccio di stupefacenti.
In quell’occasione – era la notte del 30 gennaio del 2019 – sono saltati fuori sei panetti di hashish per un peso totale di 550 grammi. Durante la stessa perquisizione sono stati rinvenuti anche 2 grammi di cocaina conservati in un paio d’involucri. Ma la sostanza non era nascosta sula Fiat Punto su cui viaggiavano Argento e Lacagnina. Da qui il pronunciamento assolutorio.