Home Cronaca «Quel delitto autorizzato da Madonia», nuovi atti al processo per il delitto Failla

«Quel delitto autorizzato da Madonia», nuovi atti al processo per il delitto Failla

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Vallelunga  – Alla verità dell’ex boss di Vallelunga, Ciro Vara e dell’ex capodecina sancataldese, «Nardo» Messina, è seguita la “verità” di un altro collaborante su un delitto che il capo provinciale di Cosa nostra avrebbe autorizzato.

Quel placet, per l’accusa, sarebbe arrivato da Giuseppe «Piddu» Madonia. Che poco meno di un quarantennio fa avrebbe dato il suo via libera all’uccisione del barista gelese Giuseppe Failla.

E adesso nel procedimento che ne è derivato per questo delitto di mafia sono entrate anche le dichiarazioni di Calogero Giambarresi, altro ex mafioso che da tantissimo tempo ha saltato il fosso avviando un rapporto di collaborazione con la giustizia. Nel fascicolo sono entrate sue vecchie dichiarazioni rese in passato ai magistrati della direzione distrettuale antimafia nissena.

Con il capomafia vallelunghese Madonia siedono sul banco degli imputati  il presunto boss sancataldese Cataldo Terminio, Angelo Bruno Greco e l’ex capo della famiglia di Cosa nostra a Caltanissetta Angelo Palermo – difesi dagli avvocati Sergio Iacona, Flavio Sinatra, Cristina Alfieri ed Eliana Zecca – tutti tirati in ballo per omicidio.

Ognuno di loro, secondo l’accusa, con un ruolo differente, ma tutto ritenuti coinvolti nella missione di morte consumata ai danni di Failla il 9 ottobre del 1988.

Dal benestare di Madonia, a Greco che sarebbe stato il basista, da Palermo che avrebbe fatto da autista a

Terminio che sarebbe stato l’esecutore materiale. E avrebbe ucciso – sempre secondo la tesi degli inquirenti – per vendicare la morte del padre. Perché avrebbe ritenuto Failla coinvolto nell’agguato che ha interessato il padre.

La famiglia della vittima – assistita dall’avvocato Giovanni Bruscia – è costituita parte civile.

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