Caltanissetta – A tre anni dalla scomparsa il mistero è stato risolto. Perché quei resti umani trovati in una diga, adesso, hanno un’identità. Le analisi eseguite dagli esperti del Ris di Messina hanno legato quelle parti di scheletro a Salvatore Mulè, scomparso da Camporeale il primo febbraio 2006.
Era il nipote di Rosario Mulè, detto «manuzza», indicato dagli investigatori come nell’orbita della cosca mafiosa di Camporeale e deceduto nel 2014.
Un probabile caso di lupara bianca, per gli investigatori del nucleo investigativo di Monreale «riconducibile ai trascorsi criminali di Salvatore Mulè e ai rapporti che lo legavano ad esponenti della malavita organizzata». Uno possibile scenario su cui carabinieri e magistrati stanno indagando.
I resti umani sono stati ritrovati nella ex diga Garcia nel dicembre di tre anni fa. Un passante aveva avvertito i militari della presenza di parti di scheletro in quella zona. Così è subito scattata la macchina investigativa e quei resti sono stati recuperati per essere analizzati.
E quello che per anni è rimasto un rebus, adesso sembra avere trovato soluzione, prospettandosi come l’ennesimo caso di lupara bianca in tipico stile mafioso.