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Sentivo voci e volevo farle fuggire», così il piromane giustifica l’incendio di casa sua

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Caltanissetta – Colpa delle voci misteriose. Le avrebbe sentite e per questa ragione avrebbe bruciato casa. È la tesi che il cinquantenne nisseno, M.R. – assistito dall’avvocato Giuseppe Dacquì, ha fornito al giudice.

Si, sostanzialmente fantasmi – secondo la sua teoria – quelli che avrebbe udito e di cinque persone differenti, compresa una donna. Per questo motivo ha pensato di dare fuoco.

Perché fiamme e fumo – secondo la sua convinzione  – avrebbero allontanato quelle presenze che, per giorni, gli avrebbero tolto sonno e fame.

È il racconto che ha reso al gip di Caltanissetta, Emanuele Carrabotta, durante l’interrogatorio di garanzia.

Da qui, da parte dell’avvocato Dacquì, la richiesta avanzata al giudice perché il suo assistito sia sottoposto a una consulenza per stabilire la sua reale capacità d’intendere e di volere.

E, parallelamente, ha chiesto che possa lasciare il carcere per essere affidato alle cure psichiatriche ospedaliere. Su questo aspetto il gip, che ha convalidato il provvedimento restrittivo, dovrà sciogliere la riserva.

Il cinquantenne è stato arrestato dalla polizia perché dopo avere ammassato alcuni materassi all’interno di una stanza, ha appiccato le fiamme.

Polizia e vigili del fuoco, per ragioni di sicurezza, hanno poi dovuto fare evacuare un’intera palazzina.

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