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Si tolse la vita con un colpo di pistola, amico minorenne condannato per istigazione al suicidio e scarcerato

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Caltanissetta – Due anni e venti giorni di reclusione per il minorenne che sarebbe stato con l’amico nel momento in cui, puntandosi una pistola alla testa, si è tolto la vita.

Ma con la condanna è tornato in libertà lasciando l’istituto penale minorile di Palermo in cui era rinchiuso da nove mesi.

Così per un diciassettenne nisseno – (difeso dagli avvocati Calogero Buscarino e Gaetano Giunta –  finito in giudizio per istigazione al suicidio.

Imputazione legata alla morte del ventiseienne, anch’egli nisseno,  Mirko Antonio La Mendola  – i familiari sono assistiti dall’avvocato Rosario Didato – che si è tolto la vita con un colpo di pistola una sera d‘estate dell’anno scorso in una spiaggia di Porto Empedocle.

La procura minorile di Palermo ha chiesto per il ragazzino la condanna a nove anni di reclusione, ridotta a sei per la minore età.

Il tribunale per i minorenni del capoluogo isolano, presieduto da Valeria Ciccarello, lo ha invece condannato a 2 anni e 20 giorni con pena sospesa.

E ne ha disposto l’immediata scarcerazione. Il ragazzino è già tornato a casa in regime di totale libertà.

Secondo la tesi accusatoria non avrebbe impedito all’amico di compiere l’estremo gesto che sarebbe stato dettato da una profonda delusione dopo l’esclusione da un concorso in polizia.

E in prima battura la procura palermitana ha ipotizzato un qualche ruolo del ragazzino nella vicenda. Ma le indagini si sono concentrate sull’ipotesi d’istigazione al suicidio, che è stata la stessa contestazione che a fine ottobre scorso ha fatto scattare la misura cautelare nei confronti dell’allora diciassettenne.

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