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Tredici comuni, in maggioranza del Vallone, nel “Percorso dei Principi” del Museo Diocesano

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Acquaviva Platani – Dopo un anno dall’inaugurazione della mostra informativa sul Percorso dei Principi, il Museo Diocesano di Caltanissetta e il Parco culturale ecclesiale Terre di Sicilia riprendono le fila di questo progetto volto alla conoscenza e alla promozione del territorio diocesano. I 13 paesi coinvolti nel percorso sono : Acquaviva Platani, Bompensiere, Campofranco, Delia, Marianopoli, Montedoro, Resuttano, San Cataldo, Santa Caterina Villarmosa, Serradifalco, Sommatino, Vallelunga, Villalba. Sono i paesi di una sorta di museo diffuso, il Percorso dei Principi, fondati nel cuore del nostro territorio tra la seconda metà del XVI secolo e la prima metà del XVIII, in virtù della licentia populandi concessa dai sovrani e dai viceré di Sicilia ai signori proprietari dei feudi. Il privilegio fu accordato dal governo spagnolo per fronteggiare il processo di urbanizzazione e il conseguente abbandono repentino e di massa delle campagne, che era avvenuto in quei decenni impoverendo la produzione di quel prezioso lembo di Sicilia considerato il granaio del Mediterraneo. I Signori fondatori edificarono in ogni nuovo insediamento il Palazzo Signorile e la Chiesa Madre, alla quale donarono vasi sacri d’oro e d’argento, suppellettili per il culto, immagini sacre e altre preziose opere d’arte commissionate ad artisti che operavano a Palermo, dove i principi avevano il loro palazzo e la loro residenza. “Fu come una dote sponsale data alla nuova comunità. La chiesa, come una sposa novella, segno unificante di quella comunità, appariva come una sposa bella, ornata dei gioielli della dote. In alcuni casi i principi ottennero per la nuova chiesa le reliquie di un santo”: con queste parole Padre Speciale, fondatore del Museo Diocesano, descriveva la sua idea originale del Percorso dei Principi. Il Museo Diocesano ha in animo di dare corpo all’idea di padre Speciale e ripercorre le orme di tali nuove fondazioni con la volontà di indagare, far conoscere e valorizzare il patrimonio di conoscenze che gli storici locali coinvolti nel progetto hanno restituito alle comunità con il loro appassionato lavoro di ricerca.

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