Caltanissetta – È stata condannata dalla sezione disciplinare del Csm alla sospensione dal servizio per sei mesi. E, inoltre, sarà trasferita al tribunale di Caltanissetta con funzioni di giudice civile.
È la sanzione a carico del sostituto procuratore della direzione distrettuale antimafia di Palermo, Alessia Sinatra , additata per colpevoli ritardi nella definizione di procedimenti – anche più di tre lustri – per reati come violenze sessuali su minori, atti persecutori o sequestro di persona.
Diversi casi di abusi su minorenni – tanti in famiglia, un altro a opera di un religioso – che per tantissimi anni, dal punto di vista investigativo, sarebbero rimasti nel limbo, sino a finire poi in una bolla di sapone per prescrizione o con richieste di archiviazione avanzate dopo otto anni.
E adesso è stato un provvedimento ancor più severo, quello adottato a suo carico, di quanto proposto dalla procura generale della Cassazione – che ha avviato il provvedimento disciplinare – che ha avanzato l’ipotesi della perdita di anzianità di tre mesi.
«Inerzie e ritardi» quelli contestati alla magistrata, che in più casi avrebbero fatto finire in prescrizione gravi ipotesi di reato al centro di fascicoli di cui era titolare. Così da provocare «un ingiusto danno» alle presunte vittime e un «indebito vantaggio» agli indagati.
La pm Alessia Sinatra era stata pure al centro, in passato, del caso Giuseppe Creazzo, ex procuratore di Firenze. Per un presunto scambio di messaggi con l’allora membro del Csm, Luca Palamara, al quale avrebbe chiesto di frenare la carriera di Creazzo per presunte molestie sessuali subite. E per questa ragiona la pm aveva già subito un provvedimento disciplinare.