Caltanissetta – Nuova condanna per accoltellamento di suoi parenti. Anche nel secondo passaggio in aula è stata sancita l’affermazione di responsabilità a suo carico.
Lui che, inizialmente, ha rischiato l’accusa di tentato omicidio, ma poi è stato processato e giudicato colpevole di lesioni aggravate.
Quelle che il sessantunenne nisseno Emanuele Mangione – assistito dall’avvocato Ernesto Brivido – avrebbe procurato al cognato, il cinquantacinquenne Calogero C. e al figlio, il trentacinquenne Cristian C., che per le ferite riportate hanno poi dovuto fare ricorso alle cure ospedaliere.
È di quattro mesi di reclusione la pena che è stata comminata all’imputato dalla corte d’Appello di Caltanissetta, come chiesto dalla procura generale.
È alla vigilia di Natale di sette anni fa che risale la più che burrascosa vicenda. In quel tardo pomeriggio i tre avrebbero avuto una discussione in strada. Alla base, secondo la ricostruzione degli inquirenti, vi sarebbero stati precedenti dissapori in famiglia.
Quella discussione si sarebbe fatta accesa fino a quando è saltato fuori un coltello. In quei frangenti, secondo la tesi accusatoria, l’imputato avrebbe sferrato le coltellate. Ma non con violenza. Dettaglio non da poco che ha evitato di fare scattare a suo carico l’imputazione, assai più pesante di tentato omicidio.
Anche se secondo la tesi difensiva l’accusato in realtà si sarebbe difeso dall’aggressione subita dal cognato e il figlio.
Tesi totalmente contro. Ma alla fine tanto in primo, quanto in secondo grado, a reggere al vaglio dell’aula è stata la tesi accusatoria.
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