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Accusato di abusi sulle sue bariste, la difesa chiede faccia a faccia tra due testi  

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Caltanissetta – Un faccia a faccia tra due testi dell’accusa. Che, a parere della difesa, avrebbero fornito versioni non coincidenti tra loro. Una richiesta a cui tanto le parti civili quanto la stessa procura si sono opposte. E sarà adesso il tribunale a sciogliere la riserva.

È il fuori programma al processo che vede il titolare di un bar di San Cataldo, il cinquantaduenne Salvatore C. – assistito dall’avvocato Davide Schillaci – accusato di violenza sessuale, con la contestata aggravante di aver fatto avances a sue dipendenti minorenni.

Abusi che si sarebbero consumati ai danni di sue ex bariste e, in un caso, con un rapporto completo. Sulle altre avrebbe allungato le mani. E quattro di loro, due delle quali allora minorenni – assistite dagli avvocati Cristian Morgana e Monia Giambarresi – si sono costituite parti civili.

Ora la difesa ha chiesto al Collegio giudicante presieduto Francesco D’Arrigo di mettere a confronto due testimoni che durante la fase dibattimentale sono stati sentiti in aula. Secondo lo stesso legale dalle loro deposizioni sarebbero emerse discrepanze.

La loro audizione è relativa ai fatti al centro del processo che si sarebbero verificati a partire dall’estate di sei anni addietro fino ai primi giorni di gennaio di tre anni addietro. Poi undici mesi dopo è stata disposta  la misura cautelare . Era il novembre del 2020.

A fare scattare l’indagine è stata la denuncia presentata ai carabinieri dal fidanzato di una ragazza che, una sera, sarebbe stata abusata in campagna del suo datore di lavoro. L’imputato, di contro, ha sempre asserito che non vi sarebbe stata alcuna costrizione e che lei, piuttosto, sarebbe stata consenziente.

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