Caltanissetta – Adolescente ma già con il marchio di sospetto estorsore. Sono i cosiddetti ragazzi “difficili”. Le cui storie, spesso, lasciano non poco perplessi.
E, come in questo caso, poco più che in età adolescenziale si ritroverebbero in vicende – già di suo da condannare – che nulla dovrebbero avere a che vedere con la spensieratezza di quegli anni.
Sì perché lui, quindicenne, è ritenuto un presunto estorsore. E con metodi a cui, peraltro, un ragazzino dovrebbe essere poco avvezzo.
Eppure lui è accusato di avere fatto ricorso al cosiddetto sistema del «cavallo di ritorno» ai danni di un imprenditore gelese.
Lui e un presunto complice, che però ha raggiunto la maggiore età, avrebbero tentato di estorcere soldi – questa è la tesi dell’accusa – al titolare di un deposito di materiale per l’edilizia.
Prima avrebbero rubato un po’ di materiale dalla sua rivendita e poi, secondo un cliché già visto e rivisto, gli avrebbero chiesto quattrini per la restituzione.
Ma è una tesi, quella che la procura per i minorenni di Caltanissetta gli ha contestato, che il ragazzino ha respinto a muso duro.