Caltanissetta – È dall’alt imposto dai carabinieri a un’auto cinque giorni prima dello scippo, dal riconoscimento fotografico e dalle indicazioni delle vittima che sarebbero partite le indagini che poi hanno incastrato due giovani.
Due presunti borseggiatori in trasferta che sono finiti sbarra per un’ azione messa a segno a Montedoro quattro anni addietro. E nel frattempo la vittima di quel gesto violento è pure deceduta. Così che alcuni atti sono stati già cristallizzati.
Ora sono stati gli stessi investigatori a spiegare come le loro indagini si sono poi catalizzate sul ventinovenne Francesco Caci e il ventiquattrenne Vincenzo Ingegnoso – assistiti dagli avvocati Angelo Cafà e Giovanna Zappulla – sotto processo per rapina.
Sarebbero stati loro, secondo l’accusa, a prendere di mira a Montedoro un settantenne tirandogli via la catenina d’oro e qualche medaglietta che teneva al collo.
A quel punto sarebbero usciti di scena fuggendo insieme a un terzo complice che li avrebbe attesi in auto. Ma la sua identità è sempre rimasta nell’ombra.
Cinque giorni prima di quello scippo a Montedoro, i militari avevano fermato un’auto con a bordo gli stessi giovani ora sotto accusa. Sarebbe uno degli indizi poi finiti al centro del dossier, così come il riconoscimento fotografico da parte della vittima. Ma questi e altri elementi ancora sono stati messi fortemente in discussione dalla difesa.