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Addio al Dürer siciliano, a 64 anni il genio di Peppe Piccica non arde più. Confessò: “Il mio ultimo desiderio un museo con le mie opere”

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Mussomeli – “Con lui se ne va un pezzo di eredità materiale e immateriale di Mussomeli”. E’ solo uno dei tanti commenti a caldo che hanno manifestato sconforto e sgomento per la perdita di Peppe Piccica oggi. Aveva 64 anni.  Grande “di fama e di sventura” si conclude così la comparsa di un’esistenza consumata fra genio e follia. Quella follia, triste foriera di preveggenza, che una sera gli fece strappare le pagine di un diario a suprema condanna di una damnatio memoriae alla quale egli stesso -il redento ora- voleva autocondannarsi. Assecondando quel filone di perbenismo e moralismo di un mondo abituato a  riconoscere i talenti  solamente ex post. Se ne va portandosi dietro quel desiderio oltremisura espresso di un parco urbano attorno al castello e l’entusiasmo quasi adolescenziale che lo voleva candidarsi alle prossime Regionali. Artista di indiscusso calibro, fortemente apprezzato e riconosciuto anche e soprattutto al Nord che gli tributò onori e successi. Appassionato di arte in tutte le declinazioni, esordì come fotografo e videomaker, per approdare al disegno e al linguaggio pittorico. Della provocazione ne ha fatto un’arte che di certo non corre il rischio di lasciare indifferenti. E provocatorio lo era Piccica, volutamente e inconsapevolmente. Sotto l’apparenza, solo apparentemente, lasciata al caso tutto l’esprit de finesse dell’intellettuale raffinato ed eclettico. Davvero sapeva di tutto. Sognava di vivere a Parigi dove si sentiva libero -diceva- di essere se stesso senza tema di giudizio.  E al direttore di Castelloincantato, a gennaio scorso,  poco prima che si aggravasse,  aveva espresso il suo ultimo desiderio: che dopo la sua morte venisse allestito un museo a Mussomeli  riservato esclusivamente alle sue opere. Appello che giunge direttamente dalla sua voce muta. Che in questo oltre dove gli spiriti grandi sono, per naturale vocazione, destinati, possa  riprendersi quelle occasioni mancate, croce e delizia del suo complesso universo. Grande fra i grandi Ciao Peppe Piccica, sicura che avrai gradito il saluto della tua “amica giornalista” sulla quale sempre rivendicavi primato di scoperta.

Il direttore esprime, a nome suo personale e della redazione, profondo cordoglio per la scomparsa del maestro Peppe Piccica, occhio, mano e mente artistica  del Vallone

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