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Agguato nel Novarese, nuovo processo per il sospetto mandante

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Matteo Mendola

Caltanissetta – Nuovo passaggio in aula per il presunto mandante di un omicidio. Che dal primo grado del giudizio ne è uscito indenne. Ma la procura non ha digerito quel pronunciamento e ha impugnato il verdetto assolutorio.

Nuovo processo per gelese Giuseppe Cauchi che dagli inquirenti è ritenuto la “regia” dell’uccisione , nel Novarese, del trentaduenne Matteo Mendola, pure lui della città del golfo.

Teoria, quella dei magistrati, che non ha retto al vaglio dell’aula. Tant’è che l’Assise ha assolto l’imputato dalla pensante imputazione.

È a colpi di pistola che nell’aprile di sei anni fa è stato ucciso. Prima gli hanno sparato, poi gli è stato fracassato il cranio. Il suo corpo è stato trovato morto in un capannone abbandonato, a Pombia,

L’imputato, secondo la tesi accusatoria, avrebbe pure fornito l’arma a uno dei due killer che sono già stati giudicati e condannati per questo agguato. Ma quell’arma non è mai stato più trovata. Perché sarebbe stata gettata in un torrente.

È stato proprio uno dei due sicari,  nella fase embrionale dell’indagine, a tirarlo in ballo. Per poi fare un deciso dietrofront.

La difesa di Cauchi, che peraltro nel periodo dell’uccisione si trovava in Francia, di contro ha sempre sconfessato la tesi accusatoria ricollegando quel delitto a una sorta di regolamento di conti.

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