Acquaviva Platani – Non reggono le accuse mosse a carico di un agricoltore di Acquaviva. Lui che, secondo la tesi accusatoria avrebbe falsamente dichiarato la firma di un contratto d’affitto con persone decedute o che ne erano all’oscuro.
E in appello è caduta completamente ogni contestazione, compreso un esborso di oltre 30 mila euro che, invece, in virtù del verdetto di primo grado, avrebbe dovuto versare all’Agea.
Sì, perché nel primo processo, come chiesto dall’avvocato Vincenzo Ricotta, il sessantenne di Acquaviva, M.P., è stato assolto dal giudice Nadia Marina La Ranadall’imputazione di truffa perché il fatto non costituisce reato.
Ipotesi che, sempre secondo le risultanze di una indagine della guardia di finanza, si sarebbe invece consumata ai danni dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura. E, per gli inquirenti, l’agricoltore avrebbe indebitamente incassato 14 mila euro.
Ma la difesa è riuscita a dimostrare che in realtà il suo assistito da tantissimi anni aveva la disponibilità di quel terreno per un accordo verbale che era stato raggiunto con il vecchio proprietario.
Quanto al presunto contratto falso contestato dalla procura, la difesa ha fatto emergere, attraverso una consulenza grafologica, che in realtà non era stato né preparato né firmato dallo stesso contadino.
Ma proprio questo aspetto è stato affrontato tra le pieghe della prima sentenza, tant’è che è stato riconosciuto all’Agea il diritto alla riscossione di una sanzione amministrativa di 30 mila euro.
E il pronunciamento è stato impugnato dallo stesso agricoltore che, se da un canto è stato assolto per la truffa, dall’altro dal punto di vista amministrativo avrebbe dovuto sborsare l’ingente somma.
La difesa ha documentato la validità anche del contratto orale per incassare i contributi e che le proprietarie erano a conoscenza del contratto stipulato dal padre mentre era in vita e non avevano mosso alcuna opposizione.
Così la seconda sezione della corte d’Appello presieduta daMaria Carmela Giannazzo (consiglieri Sebastiano Fabio Di Giacomo Barbagallo e Alessandra Giunta) ha assolto adesso l’agricoltore di Acquaviva perché il fatto non sussiste. E, in tal modo, è arrivato anche il colpo di spugna alla sanzione amministrativa.