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Archeologia: la magnifica fornace di Villalba

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Villalba – Il rinvenimento di una fornace di epoca ellenistica a Villaba a ridosso della Stazione, sicuramente databile tra la fine del IV sec. e l’inizio del III a.C. è “la sensazionale scoperta”, come l’ha definita l’archelogo Andrea Arena, coordinatore tecnico-scientifico di Italfer per ES progetti di Roma, che è stata restituita all’intera comunità grazie ai lavori di raddoppio della linea ferroviaria Palermo-Catania da parte di Italfer. Quando il desiderio di innovazione ci porta indietro…di millenni! E’ questo il caso. Un caso di buona archeologia preventiva da parte della Soprintendenza di Caltanissetta che grazie al fiuto dell’archeologo Alberto Ventriglia ha indagato le meraviglie del sottosuolo e le sue vergini profondità. Oggi lo scavo, di circa 2 mt. di altezza, mostra una struttura con mura orientate N-S e E-W, spesse circa 50 cm, realizzate a secco con pietre di calcare e di arenaria, squadrate la maggior parte, il resto appena sbozzate. Bisognerà ancora studiare il territorio e la sua antica viabilità, per comprendere il legame fra l’edificio e il contesto. Trattasi probabilmente di un insediamento autonomo, “un tassello che chiude il mosaico sulla produzione della nostra ceramica”. Una scoperta che inevitabilmente ci rimanda oltre perchè l’edificio non si esaurisce lì, manca ad es. l’ingresso. Provvidenziale la frana che ha sigillato l’ambiente, con i ritrovamenti al suo interno, proteggendolo dalle incursioni di tombaroli. “Da una lettura di tipo storico degli avvenimenti emerge che attrezzarsi di laboratori autonomi in un periodo in cui i Cartaginesi avevano distrutto parecchi centri della Sicilia è stata sicuramente una necessità”. Riuscire ora ad individuare la cava d’argilla sarebbe splendido. Presenti sul luogo i due archelogi responsabili dello scavo, il dott. Andrea Arena e la dott.ssa Rossella Nicoletti, responsabile dei materiali che hanno eseguito lunga e puntigliosa disamina sui reperti al cospetto del sindaco di Villalba, Maria Paola Immordino, del dottore Filippo Spagnolo, dirigente sezione archeologica presso la Soprintendenza di Caltanissetta, della dott.ssa Rita La Monica vice presidente regionale di BC Sicilia. I materiali, rinvenuti all’interno dell’edificio, sono indicativi di usi e costumi dell’epoca retivamente all’ambito culinario ma non solo. Dalla padella per friggere con evidenti segni di bruciature (cosa che sta a testimoniarne l’utilizzo e anche il fatto che sicuramente si conduceva vita quotidiana all’interno della struttura) alla “lopas”, casseruola un pò più schiacciata col fondo concavo probabilmente adoperata per una cottura lenta di carni che segna l’inizio di un uso di cottura diverso, un antesignano del nostro ragù. Pentole e coperchi di sicura produzione locale anche se tutte ad imitazione di forme greche. Alcune probabilmente rappresentano degli originali come lanterne e lucernette. Altri monili sicuro corredo tombale. Le anfore poi, bellissime, imponenti pur nella loro forma scomposta. Una nota a parte meritano le due monete -il sigillo sicuro sul periodo- una siculo-punica con la raffigurazione di Persefone ed un cavallo della metà del IV sec. a. C. e l’altra di Gerone II databile tra il 269 e il 263 a. C. E sui frammenti e sulla loro sorte si interrogano e discutono le autorità. Intanto il sindaco ha fatto richiesta di custodia e fortunatamente Italfer si è già incaricata di restaurare gli oggetti rinvenuti che, non appena si troverà un benefattore potranno essere esposti e fruiti dalla popolazione. Un percorso turistico per visitatori consapevoli che possa mettere in relazione il sito con l’altro, pure di recente ritrovamento, ad 8 Km da Vallelunga. Importante, in tal senso, il ruolo svolto dalle associazioni, in particolare di BC Sicilia che, nella persona della sua vice presidente regionale e presidente della sez. di Mussomeli, dott.ssa Rita La Monica, sta collaborando con l’amministrazione comunale di Villalba. “Il ritrovamento della fornace è di grande interesse per il territorio e costituisce un’altra tessera del mosaico per una maggiore comprensione delle dinamiche abitative della Sicilia interna dell’epoca ellenistica. Pertanto è auspicabile che l’indagine continui e che il sito venga valorizzato”. Intanto il sito è stato messo in sicurezza e l’alzato protetto con appositi teli.

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