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Armi, 30 quelle ritirate dalla polizia sull’onda del «codice rosso»

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Caltanissetta – Sono trenta le armi da fuoco che in via cautelare sono state ritirate dalla polizia, sulla base del cosiddetto “codice rosso”, per liti in famiglia e maltrattamenti

Mentre, ampliando il fronte, sono state sessanta le pistole e novanta i fucili ritirati o versati alla polizia sono state inviate alla rottamazione. Da mesi la divisione di polizia amministrativa effettua controlli sui possessori di armi da sparo residenti per verificare il rispetto delle rigide norme in tema.  E globalmente tra quelle ritirate e quelle versate spontaneamente sono state avviate le procedure di rottamazione centocinquanta armi, sessanta pistole e centoventi fucili.

«Dal 14 settembre 2019 – è stato spiegato – chi detiene armi deve presentare ogni cinque anni il certificato medico d’idoneità psicofisica alla detenzione… la certificazione dovrà attestare che il richiedente non sia affetto da malattie mentali oppure patologie che ne diminuiscano, anche temporaneamente, la capacità di intendere e di volere ovvero non risulti assumere, anche occasionalmente, sostanze stupefacenti e psicotrope oppure abusare di alcol». Così come previsto dal testo unico delle leggi di pubblica sicurezza.

Il certificato in questione è rilasciato dall’ufficio medico legale delle Aziende sanitarie provinciali o da un medico militare, della polizia o del corpo nazionale dei vigili del fuoco. Il richiedente è tenuto pure a presentare un certificato anamnestico, rilasciato dal medico di famiglia, che non sia datato oltre i tre mesi antecedenti.

Nessun obbligo di presentazione, invece, per i titolari di porto d’armi per caccia, sportivo, porto difesa personale e che sia ancora valido. Nell’eventualità in cui la licenza non sia stata rinnovata, i cinque anni decorrono dalla scadenza dell’ultimo rinnovo.

Coloro che non consegnano il certificato agli uffici di polizia o alla stazione dei carabinieri che avevano ricevuto le denunce di detenzione, saranno destinatari di diffida per la presentazione della stessa certificazione. Se entro i sessanta giorni successivi non sarà presentata, le armi saranno ritirate cautelarmente e per i detentori scatterà la segnalazione alla prefettura, propedeutica al susseguente divieto detenzione armi.

«Nel caso che il detentore non voglia più la disponibilità dell’arma e non trovi una persona munita d’idoneo titolo di polizia cui cederla, anche a titolo gratuito, potrà richiedere agli stessi uffici di polizia», è stato ribadito.

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