Caltanissetta – È per una rapina in armeria che è stata condanna. A metterla materialmente a segno sarebbe stata la sorella, ma lei l’avrebbe spalleggiata insieme, peraltro, a uno zio e altri presunti complici.
L’arresto è scattato adesso per la trentaquattrenne nissena Catena Tortorici – assistita dall’avvocato Ernesto Brivido – che deve ancora scontare oltre due anni di carcere. L’ordine di carcerazione è stato disposto dalla procura.
La donna è stata condananta con il rito abbreviato a 3 anni e 4 mesi di carcere – contro 6 anni e 1.600 euro sollecitati –per la rapina in armeria.
La banda avrebbe studiato un piano ben preciso, narcotizzando poi il titolare dell’armeria per intontirlo totalmente e rubargli una pistola e munizioni da rivendere.
Catena Tortorici, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe fatto da palo. E per non destare sospetti, sarebbe rimasta lì a passeggiare dinanzi l’armeria, mentre la sorella avrebbe consumato il colpo dopo avere fatto bere al malcapitato una bevanda con un potente ansiolitico dentro.
E dal quel negozio – era la sera del 6 ottobre di cinque anni fa – sono stai portati poi via una pistola Magnum «Taurus» calibro 357 e di due pacchi con 150 munizioni.
Ma intercettazioni e indagini della squadra mobile hanno presto finito per dare un volto e un’identità ai presunti autori della rapina.
Così, a più riprese, sono scattati i provvedimenti cautelari. Ma la donna, dopo un primo periodo di detenzione in carcere e domiciliare, così come gli altri presunti complici, è poi tornata in libertà in attesa di definire il giudizio.
Ora è stata chiamata a saldare il suo sospeso con la giustizia e la polizia, su disposizione della procura, l’ha arrestato e rinchiusa in carcere.