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Assenteismo a Mussomeli, in 6 si difendono

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Mussomeli – Si sono difesi i sei coinvolti nell’inchiesta su assenteismo al servizio veterinario dell’Asp di Mussomeli.

Indagine curata da guardia di finanza e sezione pg Ambiente e Sanità della procura.

Due amministrativi e vigile sanitario sono stati sospesi temporaneamente dal servizio. Misura che è stata rigettata per un professionista che si è difeso, mentre gli altri due dipendenti sono stati già collocati in pensione.

Sospensione per un anno a carico del cinquantacinquenne Salvatore F. che in ore di servizio si sarebbe trovato, piuttosto, in uno studio tecnico. Azione che, per l’accusa, avrebbe compiuto con grande frequenza.

Ma lui si è difeso sostenendo che in quello studio si sarebbe recato «soltanto in orari in cui non era in servizio», perché lì sarebbe andato a trovare suoi amici.  E non ha escluso che qualche volta abbia dimenticato di badgiare.

Il vigile sanitario, il cinquantaquattrenne Giuseppe S. ha spiegato, invece, che la sua è una «attività che si svolge più fuori che dentro l’ufficio».

L’amministrativa, la cinquantottenne Giuseppa I. – assistita come gli altri due dall’avvocato Piertro Sorce – ha asserito che per lavoro spesso era fuori con funzionari per redigere verbali «e magari dimenticavo di passare il badge». Quanto a presunte timbrature a suo conto effettuate da altri, s’è soffermata sul caso in cui, per una ispezione a un ovile di Sutera – paese in cui lei vive – ha chiesto a un collega di timbrare al suo posto per fare prima. Per evitare di partire prima per Mussomeli e poi tornare a Sutera.  «Ma dal verbale – ha sostenuto – si evince che quel giorno già presto ero a lavoro».

Un professionista – pure lui assistito dall’avvocato Pietro Sorce – ha fornito spiegazioni così convincenti che il gip non ha accolto la richiesta di sospensione dal servizio che la procura ha avanzato pure nei suoi confronti.

Al centro del dossier altri due ex dipendenti – assistiti dall’avvocato Giuseppe Dacquì – adesso in pensione, per i quali per ovvie ragioni, non era possibile sospenderli.

La procura ha ipotizzato a carico degli indagatile ipotesi di truffa ai danni dello Stato, falsa attestazione di presenza in servizio, peculato e accesso abusivo al sistema informatico.

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