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Attenzione su 3 ricoverati. Domani i tamponi diranno se c’è o meno un nuovo focolaio

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MUSSOMELI – Sarà il tampone rinofaringeo a dare il responso.  C’è timore diffuso in paese e nel Vallone, dopo che ieri una donna 90enne di Casteltermini, gravemente malata, morta ieri all’ospedale di Mussomeli,  è risultata positiva al coronavirus. Ora la speranza è che si tratti di un caso isolato. Oggi sono stati effettuati, con esito negativo,  i test sierologici che  dimostrano la presenza nel siero (fase liquida del sangue) del paziente di alcuni anticorpi che si formano dopo che una persona è stata contagiata. In altre parole servono per capire se la persona è entrata in contatto con il virus e ha sviluppato le difese immunitarie in grado di proteggerla in caso di nuovo contatto. È importante sottolineare che i test sierologici non sostituiscono il test  fatto sul tampone, che dimostra la presenza o meno di materiale genetico virale, dando quindi la conferma dell’infezione in corso. L’attenzione è focalizzata sui tre pazienti ricoverati in lungodegenza che presentano uno stato febbrile che è compatibile con la sintomatologia di chi ha contratto covid-19 ma anche con le patologie di cui sono affetti. Il livello di vigilanza è alto, dato che ormai è assodato che il virus si contrae anche in forma asintomatica. Ci sono, infatti,  gli altri undici  ricoverati e gli oltre cento operatori sanitari che lavorano nel nosocomio mussomelese. L’ultima parola spetterà quindi al tampone eseguito oggi  per scongiurare ciò che tutti temono: un nuovo focolaio a Mussomeli che potrebbe paralizzare il motore della salute e della vita mussomelese e del Vallone: l’ospedale “Immacolata Longo”. Gli esiti   di domani serviranno a capire dove la donna ha contratto il virus,  anche se va detto che la grave patologia di cui soffriva può aver contribuito in modo determinante al calo delle difese immunitarie, facilitando il contagio. Questa notizia arriva come un fulmine a ciel sereno nella comunità manfredonica che si è comportata in modo esemplare durante tutto il lockdown e  ora  vive un incubo proprio nel periodo in cui i cali di contagi e morti, in provincia , in Sicilia e in Italia lasciavano intravedere la luce nel periodo più buio vissuto dal dopoguerra.

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