Caltanissetta -Confiscati beni per 12 milioni di euro a un imprenditore in odor di mafia. Il decreto, eseguito dalla Dia di Caltanissetta, è stato emesso dalla corte d’Appello.
Il provvedimento è piovuto sul capo dell’imprenditoire edile settantaseienne Paolo Farinella, originario di Gangi ma residente a Caltanissetta.
È stato ritenuto un po’ il tramite con esponenti di primo piano di Cosa nostra di Caltanissetta, Palermo e Trapani.
La misura patrimoniale è scattata sull’onda della presunta sproporzione tra i suoi possedimenti ed i redditi invece dichiarati al fisco.
Dopo la morte del cugino, Cataldo Farinella, paolo sarebbe subentrato alla guida nella gestione delle imprese e avrebbe mantenuto i contatti con la mafia delle tre province in questione.
Complessivamente, adesso, gli sono stati confiscati 18 beni immobili nel Nisseno e 169 beni immobili nel Palermitano per un valore complessivo di dodici milioni di euro.
Tra questi anche trecento ettari di terreno in contrada Mimiani, con tanto di azienda agricola, che sarebbe stata anche una riserva di caccia utilizzata durante la loro latitanza da Bernardo Provenzano e Giovanni Brusca.
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