Home Cronaca Beni in odor di mafia, scatta confisca da 2 milioni

Beni in odor di mafia, scatta confisca da 2 milioni

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Gela – Beni in odor di mafia quelli che sono stati sequestrati dalla Direzione investigativa antimafia di Caltanissetta a un imprenditore.

È il gelese Cristoforo Palmieri ritenuti dagli inquirenti vicino sia alla Stidda che a Cosa nostra. Nel suo passato tantissimi guai giudiziari per rapina, estorsione, furto ricettazione, porto e detenzione illegale di armi, oltre che associazione e delinquere finalizzata alla truffa e false fatturazioni.

Ora la sezione misure di prevenzione del tribunale nisseno, su proposta del direttore della Dia Giuseppe Governale,  ha eseguito la confisca per un valore di due milioni di euro.

Al centro del provvedimento sono finite la «Montecchio bowlin» di Montecchio Maggiore, la «Msg costruzioni» di Gela, la ditta individuale «Curvà Rosalba» di Acate, la «Cim impianti industriali» società in liquidazione di Vittoria, il 50 per cento del capitale della «Cim costruzioni industriali», la «Soces» di Gela con sede anche a Parma, la «Rc Techonology srl» di Gela, la «Padis isolamentisrl a Bucarest e, infine 8 immobili – tra fabbricati e terreni – tra Gela e Vittoria e diversi rapporti bancari.

Secondo gli stessi inquirenti, la sua vicinanza ai gruppi mafiosi «gli ha permesso nel tempo di costruire, nell’ambito dell’imprenditoria, numerose attività economiche inquinate o compromesse, da cui è riuscito a ricavare una ingente ricchezza personale».

Per gli inquirenti, peraltro, sarebbe socialmente pericoloso, tant’è che il tribunale, oltre alla misura patrimoniale, gli ha comminato pure la sorveglianza speciale, con obbligo di soggiorno, per un periodo di sue anni

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