Mussomeli – È polemica sull’istituzione della Consulta giovanile a Mussomeli. A sollevarla è il gruppo consiliare di minoranza durante l’ultima seduta del consiglio comunale.
Il nodo del contendere è l’elezione del presidente della stessa consulta e delle altre cariche. Già, perché secondo la stessa minoranza «così come proposto dall’amministrazione, si statuisce che “i presidente della consulta è di diritto il sindaco del comune di Mussomeli”, svuotando il concetto di consulta giovanile e violando il fondamentale principio democratico di scelta dei propri rappresentati», hanno sostenuto gli stessi consiglieri e, più in dettaglio, Ruggero Mancino, Eugenia Costanzo, Silvana Castiglione, Giusy Mantio e Vincenzo Munì.
«Perché la consulta giovanile non deve eleggersi il proprio presidente e il direttivo che lo coadiuva?», è l’interrogativo lanciato dagli stessi consiglieri.
E gli stessi hanno aggiunto che «coscienti dell’importanza dei principi democratici e certi di difendere i diritti di autogestione dei giovani, si sono sentiti in dovere di presentare un emendamento al regolamento avanzato dall’amministrazione, per stabilire che “l’elezione del presidente e del comitato direttivo debba avvenire mediante elezioni da parte dell’assemblea della consulta giovanile”, nel rispetto degli ideali democratici di libertà, uguaglianza e solidarietà».
Poi un affondo. «Di contro, è stato disarmante l’atteggiamento tenuto in aula da parte dell’amministrazione e di tutti i consiglieri della maggioranza, i quali, nel rifiutarsi di prendere visione dell’emendamento e nel rigettarlo senza averlo letto, hanno manifestato una palese mancanza di rispetto nei confronti di chi lavora per la collettività e nella fattispecie, una mancanza di rispetto verso i giovani che verranno privati della libertà di scelta dei propri rappresentati… così si sacrificano i principi democratici e di autodeterminazione», hanno aggiunto.
E, riferendosi alla questione, i componenti il gruppo di minoranza hanno rimarcato come «è antidemocratico imporre dall’alto il presidente della costituenda consulta giovanile senza ascoltare la voce dei giovani che, invece, dovrebbero essere i protagonisti. Questo modo di agire – hanno proseguito – stride, con i principi dell’associazionismo costituito dalla partecipazione nelle scelte, dal pluralismo e dall’autonomia. È evidente la presenza di un deficit democratico nel regolamento proposto dall’amministrazione comunale per la costituzione della consulta giovanile».
Queste le ragioni che hanno indotto i quattro consiglieri ad abbandonare l’aula «in segno di protesta contro un’amministrazione che calpesta i principi democratici di scelta dei propri rappresentanti».