Mussomeli- Da refugium peccatorum di politici a paradiso dei pensionati. Hammamet, e più in generale, la Tunisia sono il “buen retiro” per schiere di italiani, dipendenti a riposo. Ad oggi, quasi 10mila over 60, provenienti dal Belpaese, si sono trasferiti qui. Come nel caso di due pensionati siciliani, il dottore Salvatore Falletta, 72 anni mussomelese e della consorte Elvira Rizzo, 69enne di Montedoro, che vi risiedono, trascorrendovi oltre 6 mesi all’anno. “Un amore – spiega la coppia – scoccato per caso. Nel 2018 abbiamo raccolto l’invito di Pino, nostro amico che vive ed è sposato nello stato nordafricano ma è di Palermo, citta dove abbiamo vissuto e lavorato per quaranta anni. Così in primavera abbiamo preso il primo volo per Tunisi. Siamo rimasti stregati dal clima, mite e non umido e dalla qualità e dal costo della vita. Abbiamo tratto beneficio fisico e morale a tal punto che l’iniziale idea della vacanza si è trasformata nella decisione radicale di trasferirci lì”. I coniugi hanno preso una casa in affitto tutto l’anno ad Hammamet, località il cui nome evoca l’esilio di uno dei più controversi statisti italiani della Prima Repubblica, proprio il 19 gennaio di quest’anno ricorre il ventennale della morte di Bettino Craxi e da oggi è in uscita al cinema un film del regista Amelio che racconta gli ultimi 6 mesi di vita dell’ex Presidente del Consiglio. “Sono socialista – racconta il signor Falletta, Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, – ho una grande considerazione della persona e del politico, così come è vivo il suo ricordo in Tunisia, dove Craxi è considerato un benefattore. Se gli italiani sono benvoluti è perché ci associano a questo grande personaggio che era alla mano con tutti, anche e soprattutto con i più poveri, con la gente comune e semplice”. La signora Elvira, superando la sua proverbiale riservatezza rivela: “Abbiamo voluto condividere la nostra esperienza nella speranza che sia utile ad altre persone. La Tunisia non è distante dalla Sicilia, la gente è accogliente e tollerante, noi andiamo a messa nella chiesa cattolica. Il cibo è ottimo, gli italiani dopo i francesi, sono i più numerosi. Trovare prodotti, locali e amici italiani è semplicissimo. Le case sono confortevoli e, spesso, lussuose a fronte di un canone di affitto mensile che oscilla, mediamente, da 300 a 600 euro a seconda della tipologia e della grandezza di una casa. Anche lo svago non manca ed è alla portata di tutti . Alloggiare in un buon hotel costa poco più di 30 euro al giorno con la formula all inclusive. Una corsa in taxi di 10 km si paga 1 euro, un caffè al bar 30 centesimi. Amo cucinare. I prodotti tunisini sono davvero gustosi e convenienti. Frutta, ortaggi e pesci si trovano freschi e in abbondanza. Ad esempio la pasta costa 20 centesimi al chilogrammo, il doppio se è italiana. E’ chiaro che bisogna conoscere cosa e dove comprare. Ho una cara amica, Noujud, moglie di Pino, lei è tunisina, il suo aiuto e i suoi consigli sono stati preziosi. Mi mancano solo i figli e i nipotini ma anche in Italia, dato che vivono in posti diversi, sarebbe stato impossibile averli nello stesso luogo tutto l’anno. Inoltre metà anno lo trascorriamo in Italia”. Mare, clima, storia, prezzi contenuti fanno della Tunisia un vero paradiso anche fiscale. In un anno le trattenute ammontano a quanto lo Stato italiano preleva in una o due mensilità. “La vita costa un terzo rispetto all’Italia – spiega il dottore Falletta – e anche la pressione fiscale è minore, soprattutto per chi è a riposo. In pratica, i pensionati che decidono di trasferirsi in Tunisia, possono beneficiare di una tassazione solo del 20% della loro pensione lorda italiana. Per potere usufruire di questa tassazione agevolata servono alcuni requisiti e l’espletamento di adempimenti per i quali sono stato assistito da Goffredo e Rita dell’associazione ‘Felici in pensione’. Il loro aiuto è stato decisivo e mi ha facilitato non poco”. Quando chiediamo se questa migrazione controcorrente, dall’Europa in Africa, è un’esperienza che consigliano a tutti, marito e moglie, quasi all’unisono, rispondono: “Si, a patto di avere spirito di adattamento e mentalità aperta. Non siamo in Italia e, la lingua, le usanze, tempi, le abitudini sono pur sempre differenti, la lontananza e la mancanza delle persone care, col trascorrere del tempo, diventano sempre più forti. Se queste diversità non fanno paura, vale la pena provare”.