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Da villa di un «boss del Vallone» a centro anti violenza, bene assegnato a un comune madonita

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Marianopoli – Da villa privata di un presunto boss del Vallone a struttura da sfruttare per scopi sociali. Una riqualificazione che ormai è divenuta realtà.

Già perché una costruzione appartenente a colui che i magistrati hanno indicato come il capomafia di Marianopoli, Leonardo Lombardo, è passata a patrimonio pubblico.

A suo carico, nell’ottobre del 2012, è scattato il sequestro da parte del tribunale che ha apposto i “sigilli” a un tesoro – poi in parte restituito – che avrebbe largamente superato il tetto dei due milioni di euro.

Sullo sfondo le disavventure giudiziarie vissute dallo stesso Lombardo che, per ultimo, è stato coinvolto nella maxi inchiesta antimafia Deserto” , che ha inferto un duro colpo alla mafia del Vallone, di Vallelunga e Marianopoli in particolare.

Ora il passaggio di consegne ha riguardato una villetta che si sviluppa su due livelli edificata in una zona di campagna che ricade in territorio palermitano. Più in dettaglio nel comune di Petralia Sottana.

E già l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata – alla presenza, peraltro, del sindaco e del presidente del consiglio comunale di Marianopoli – ha formalmente consegnato il bene all’amministrazione comunale del piccolo centro madonita.

La struttura potrebbe essere riconvertita in una sorta di comunità per donne in difficoltà, un centro anti violenza.

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