Caltanissetta – «Il caporalato non aspetta, subito anche in Sicilia la legge contro lo sfruttamento dei braccianti». A esortarlo sono i sindacati – Fai Cisl – Flai Cgil – Uila Uil – che sull’onda dell’omicidio di Caltanissetta hanno chiesto un incontro urgente al presidente della Regione.
Il riferimento è all’uccisione del trentaduene pakistano Adnan Siddaque, «ucciso a Caltanissetta dopo avere aiutato in passato alcuni braccianti immigrati a denunciare la loro condizione di vittime dei “nuovi schiavisti», hanno osservato i sindacati.
«Le istituzioni politiche non dovrebbero aspettare le notizie giornalistiche su un omicidio e su un’ipotesi investigativa per ricordarsi che in Sicilia il caporalato infesta l’agricoltura come il peggiore dei parassiti. Da anni, noi di Fai Cisl-Flai Cgil-Uila Uil chiediamo una legge regionale per rafforzare gli strumenti di contrasto allo sfruttamento lavorativo nel settore. Adesso, finalmente, il governo Musumeci faccia un passo concreto convocando non solo le organizzazioni sindacali ma anche le associazioni datoriali per un percorso di approfondimento, confronto e definizione di misure in grado di mettere la nostra Regione alla pari di altre che in Italia sono già intervenute in materia».
A sostenerlo sono stati i segretari generali delle tre firme in questione, Pierluigi Manca, Tonino Russo e Nino Marino. Gli stessi che poi hanno sollecitato al presidente Musumeci un incontro urgente, ribadendo l’esigenza di una «bonifica delle paludi costituite dal lavoro nero»
E, in tal senso, hanno evidenziato «l’occasione epocale rappresentata dal recente decreto nazionale sulle regolarizzazioni che ora impone alla Regione una verifica sulla effettiva capacità degli ispettorati del lavoro a fare fronte, presto e bene, ai compiti richiesti dalla legge».
In tema dell’auspicata legge siciliana anticaporalato, gli stessi sindacati hanno ricordato «l’esperienza del Lazio in cui sono ormai da tempo in vigore norme che, accogliendo numerose proposte sindacali, valorizzano il ruolo della rete del lavoro agricolo di qualità».
I segretari hanno poi concluso chiedendo «in Sicilia un pieno coinvolgimento delle organizzazioni dei consumatori perché questa battaglia di civiltà si combatta già al momento di fare la spesa, emarginando i prodotti delle aziende-pirata».
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