Home Cronaca Delitto Fiandaca, salta fuori un altro possibile movente  

Delitto Fiandaca, salta fuori un altro possibile movente  

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Caltanissetta – È un nuovo, ipotetico movente, quello che si affaccia all’orizzonte di un delitto di sei anni fa. Saltato fuori in aula al processo d’appello a quattro imputati condannati all’ergastolo al termine del processo di primo grado.

Sì, perché è saltata fuori l’ipotesi che Salvatore Fiandaca non fosse il reale obiettivo della missione di morte scattata a Riesi nel febbraio del 2018.

Già perché potrebbe essere stato, secondo questa nuova teoria,  Pino Bartoli, uno degli imputati perché fratello di Calogero Bartoli, coinvolto nell’omicidio di Franco Tabbì – ucciso nel dicembre di otto anni fa – e già condannato per questo delitto.  Una vendetta, secondo questa tesi, che però ,alla fine sarebbe costata la vita di Fiandaca che, sempre seguendo questo filone, sarebbe stato testimone scomodo. Fiandaca era cognato dello stesso Calogero Bartoli.

Un commando a volto coperto, secondo la ricostruzione di Pino Bartoli, avrebbe raggiunto lui e Fiandaca mentre si trovavano in un suo fondo di contrada Cipolla. E i due sarebbero fuggiti in direzioni opposte, ma uno, Bartoli sarebbe riuscito a scampare all’agguato, l’altro no.

Una chiave di lettura questa , ricorrente anche in voci di paese. E che in un intercettazione all’interno della caserma dei carabinieri sarebbe stata ripresa anche da un familiare della vittima.

Con lo stesso Bartoli sono alla sbarra anche gli altri riesini Giuseppe Antonio Santino, Michael Stephen Castorina e

Gaetano Di Martino – assistiti dagli avvocati Giovanni Maggio, Vincenzo Vitello, Michele Ambra,  Adriana Vella e Angelo Asaro – che dal primo processo ne sono usciti con il «fine pena mai» e, successivamente, s’è nuovamente riunita alle loro posizioni anche quella del giovane Loris Cristian Leonardi –  assistito dagli avvocati Carmelo Terranova e Giada Faraci – accusato di avere provveduto a recuperare il fucile poi utilizzato dai killer di Fiandaca.

Nel processo i familiari della vittima – assistiti dagli avvocati Walter Tesauro e Giovanni Pace – sono parti civili.

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