La pesante richiesta della procura nissena è stata avanzata in relazione all’uccisione del barista gelese Giuseppe Failla. E i suoi familiari – assistiti dall’avvocato Giovanni Bruscia – sono parti civili.
Pena esemplare chiesta anche per il presunto boss sancataldese Cataldo Terminio, l’ex capo della famiglia di Cosa nostra a Caltanissetta, Angelo Palermo e il gelese Angelo Bruno Greco – assistiti dagli avvocati Sergio Iacona, Flavio Sinatra, Cristina Alfieri, Giuseppe Piazza ed Eliana Zecca – alla sbarra dinanzi la corte d’Assise presieduta da Roberta Serio per difendersi dall’accusa di omicidio.
Madonia avrebbe fornito il benestare, Palermo sarebbe stato l’autista del commando, Greco il basista e Terminio l’esecutore materiale. Quest’ultimo avrebbe ucciso per vendicare l’assassinio del padre freddato dai killer nel lontano 1982.
E Failla – secondo la tesi accusatoria dei magistrati della Dda nissena – sarebbe stato ritenuto da Terminio coinvolto nel delitto del padre.
Da qui la va presunta vendetta scatta nell’ottobre del 1988, quando Failla è stato ucciso a colpi di pistola all’interno del suo bar.