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Derubarono anziana in casa, donna trentenne svolgerà lavori di pubblica utilità piuttosto che il carcere

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Caltanissetta –  Svolgerà lavori di pubblica utilità piuttosto che il carcere o andare agli arresti domiciliari. Così per una trentenne nissena che era stata condannata per avere derubato in casa, insieme a una complice, un’anziana.

Sì, perché con la scusa di doverle restituire il portafogli che aveva perso, le due donne si sono presentate in casa della vittima. Era l’agosto di setta anni fa. E mentre una di loro la distraeva, l’altra, frugando per l’appartamento, avrebbe preso un cofanetto d’argento con dentro cinque anelli in oro giallo con pietre. Il tutto per un valore di poco superiore ai duemila e cinquecento euro. Arraffato il bottino si sono allontanate. Ma successivamente le indagini hanno smascherato le due autrici, che sono state rinviate a giudizio

E la vicenda  è poi costata alla trentenne la condanna a due anni e otto mesi di reclusione e una multa di 618 euro, al termine del giudizio di primo grado celebrato con rito abbreviato. Pronunciamento che poi hanno confermato tanto la corte d’Appello, quanto la Cassazione. Così da far divenire la sentenza di condanna definitiva.

La donna, adesso assistita dall’avvocato Rosario Di Dato,  si è rivolta al tribunale di sorveglianza chiedendo l’affidamento in prova ai servizi sociali.

Istanza che è stata accolta e, così, la trentenne non metterà piede in carcere ma sconterà la condanna in forma alternativa, restando sempre in libertà.

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