Caltanissetta – Nuovo processo per un traffico internazionale di droga lungo l’asse Germania-Italia, passando per la Capitale. È stato chiesto sull’onda delle condanne rimediate in primo grado. Almeno per quanto riguarda uno dei tronconi processuali – non il solo – che hanno preso corpo da questa inchiesta di polizia e guardia di finanza.
Affermazioni di colpevolezza che, seppur ancora soltanto nel primo passaggio in aula, hanno inchiodato sulle loro presunte responsabilità il boss Salvatore Rinzivillo – che secondo gli inquirenti avrebbe avuto nel boss vallelunghese «Piddu» Madonia il suo punto di riferimento – e altri cinque presunti suoi fedeli.
Tutti sono stati già giudicati e condannati con il rito abbreviato, beneficiando così dello sconto di un terzo sul totale della pena.
Ora il nuovo processo, quello d’appello, è stato fissato nei prossimi giorni nei confronti dello stesso boss – sottoposto a regime di “carcere duro” – già condannato in primo grado a 22 anni di reclusione.
Con lui altri cinque imputati, ossia Mario Cassaro con la condanna a 4 anni di carcere, i fratelli Nicola e Salvatore Gueli con 9 anni a testa ma non per mafia, reato da cui sono stati assolti, e ancora Ivano Martorana che ha rimediato 18 anni e suo zio, Paolo Rosa, con la pena a 12 anni di carcere.
Questo il quadro che approderà dinanzi la corte d’Appello di Caltanissetta chiamata a processare i sei che hanno impugnato il precedente verdetto.
Secondo l’impianto accusatorio, il gruppo, sotto l’ala di Cosa nostra, avrebbe fatto transitare grosse partite di droga che poi sarebbe state smerciate nel “cuore di Sicilia”. Nell’area sud del Nisseno in particolare
Il blitz è scattato nel gennaio di due anni fa e ha rappresentato, in qualche modo, una seconda tranche di una operazione di polizia che era scattata diversi anni prima.