Caltanissetta – Lui, ergastolano di Mazzarino, approfittando dei permessi premio commerciava armi da guerra. Un affare lucrosissimo messo in piedi da una presunta organizzazione che avrebbe anche trafficato droga. È stata smantellata dai carabinieri di Monza che hanno eseguito una trentina di misure cautelari. Ai coinvolti, sono state contestate le ipotesi, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico nazionale ed internazionale di sostanze stupefacenti ed armi, riciclaggio e autoriciclaggio
Il nisseno coinvolto nella maxi inchiesta coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Milano, è Salvatore cascino, già condannato dalla corte d’Assise di Caltanissetta per una catena di omicidi di mafia. Sangue versato durante la faida tra Cosa nostra e Stidda esplosa nel Nisseno tra la seconda metà degli anni ottanta e primissimi anni novanta.
Cascino, secondo gli inquirenti, avrebbe vestito i panni d’intermediatore per piazzare bombe a mano, bazooka, pistole Glock e Beretta, fucili d’assalto, Colt M16 e mitragliette Uzi.
dallo spaccato tracciato dai carabinieri emergerebbe che il mazzarinese, che si trovava già detenuto a Monza, avrebbe goduto di appoggi da parte della ‘ndrangheta e di un grosso commerciante di auto che avrebbe gestito un enorme traffico di stupefacenti. Droga che poi sarebbe finita nelle piazze di spaccio di Monza stesso, Cinisello Balsamo e Quarto Oggiaro.
Montagne di “roba”. Di hashish ne sarebbero stati smerciati – ed è la sola parte documentata – oltre tre tonnellate per un valore di una dozzina di milioni di euro e poco meno di quattro quintali di cocaina per undici milioni.
Vincenzo Falci