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Estorsione a imprenditore, una banconota da 5 euro tagliata a metà lo stratagemma per riconoscere gli emissari

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Caltanissetta – Una banconota da cinque euro tagliata a metà, e con segni di riconoscimento, a garanzia che quello sarebbe stato un suo emissario. Metà di quel biglietto sarebbe stato consegnato all’imprenditore taglieggiato, l’altra mezza l’avrebbe conservata uno dei due presunti estorsori.

Uno stratagemma che sarebbe stato studiato dal cinquantasettenne Giuseppe Dell’Asta, arrestato dai carabinieri con il cinquantaquattrenne Giovambattista Vincitore per estorsione aggravata e autoriciclaggio aggravato in concorso.

I due, secondo l’impianto accusatorio, avrebbero mascherato il taglieggiamento ai danni di un imprenditore, con il pagamento di fatture fasulle per forniture mai effettuate. E in una quindicina di mesi avrebbero versato qualcosa come 75 mila euro e anche più attraverso bonifici bancari in favore di Vincitore. Poi quei soldi sarebbero stati prelevati e spartiti tra i due accusati.

La singolare precauzione sarebbe stata adottata da Dall’Asta tagliando a metà una banconota da cinque euro su cui sarebbero state poi disegnate due righe con un pennarello. Chiunque si fosse presentato al costruttore chiedendo denaro, avrebbe dovuto mostrare l’altra metà di quel biglietto di cinque euro.

Soldi che sarebbero serviti per il mantenimento dei detenuti in carcere. E a gridarlo a chiare lettere, secondo la tesi accusatoria, sarebbe stato lo stesso Dell’Asta che avrebbe invitato il costruttore a pagare «o qualcuno si sarebbe arrabbiato». Aggiungendo poi che quei soldi servivano «perché doveva pagare quelli che sono in galera».

Intanto i due indagati – assistiti dagli avvocati Dino Milazzo e Davide Anzalone – hanno fatto scena muta davanti il gip. Sì, perché è della facoltà di non rispondere che si sono avvalsi, in questa fase delle indagini, comparendo al cospetto del giudice per le indagini preliminari David Salvucci, firmatario dell’ordinanza di custodia cautelare a loro carico.

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