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«Fallimento pilotato», imprenditore arrestato e altri sette interdetti da lavoro per un anno

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Caltanissetta – Bancarotta fraudolenta, falso in attestazioni e relazioni e autoriciclaggio. Queste le contestazioni a vario titolo mosse dalla procura gelese sull’onda di un’indagine della guardai di finanza che ha fatto scattare otto misure cautelari.

La più pesante, ossia gli arresti domiciliari, per l’imprenditore cinquantunenne Giuseppe Barranco già a capo della Eurograni.

Altri sette – tra loro qualcuno rivestiva cariche all’interno della stessa società, uno è il liquidatore –  e sono quattro gelesi, due catanesi ed un monzese, sono stati destinatari di misure interdittive, ossia il divieto temporaneo di esercitare uffici direttivi delle persone giuridiche per la durata di un anno.

Parallelamente è stata sequestrata la società con sede legale a Catania ma operativa nel gelese, la stessa che opera nel settore del commercio all’ingrosso di cereali e legumi secchi, specializzata anche nell’intermediazione di rilevanti operazioni commerciali internazionali nel settore. E il valore globale supera i tre milioni di euro. Società che è stata posta in amministrazione giudiziaria.

Secondo le indagini sarebbero stati distratti capitali per oltre due milioni di euro già dal 2012 e, per quanto riguarda il complesso aziendale della società fallita – su cui gravava una esposizione di cinque milioni di euro – sarebbe stata trascinata sull’orlo del tracollo finanziario trasferendone operatività sana in una nuova società.

Questo stratagemma sarebbe stato attuato – secondo la tesi accusatoria – dallo stesso imprenditore con il concorso del liquidatore, A.L. della società fallita e con l’amministratore unico e legale rappresentante della nuova società. C.P., solo formalmente con sede a Catania ma operativa a Gela.

Le indagini si sono catalizzate anche sule azioni in danno dei creditori della società fallita e l’aggravamento del dissesto.

Mentre per quanto riguarda i componenti del collegio sindacale della fallita – A.M., M.C, V.C. e N.G. –  non avrebbero vigilato e controllato l’amministrazione della società e, per tale ragione, anche loro sarebebro coinvolti nella distrazione.

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